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Concessioni

La Regione chiama i balneari, Francesco Spanedda: «Soluzioni condivise»

La Regione chiama i balneari, Francesco Spanedda: «Soluzioni condivise»

Franco Cuccureddu (Turismo): «Impensabile fare gare a maggio»

03 maggio 2024
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Sassari Non c’è più tempo da perdere e anche se è piuttosto improbabile che la prossima estate sia quella della tabula rasa nelle spiagge, con le concessioni balneari azzerate e messe a bando proprio durante la stagione delle vacanze. Una cosa che, invece, sembra destinata ad avvenire entro la fine del 2024, ma con regole ancora da stabilire e, chi lo sa, con qualche tutela per salvaguardare le imprese sarde.

Al momento la Regione, l’agomento è di sua esclusiva competenza, è al lavoro per trovare una soluzione rapida e “condivisa”con le associazioni dei balneari. È questa la strada che sta percorrendo il nuovo assessore regionale all’Urbanistica, Francesco Spanedda: «È un problema complicato e stiamo lavorando dal primo momento in cui ci siamo insediati per trovare una soluzione – spiega Spanedda –. Esiste delibera precedente che sostanzialmente fissa un cronoprogramma per arrivare alla costruzione dei bandi e un sistema per salvare la stagione turistica con concessioni provvisorie, tecniche, in attesa della formulazione dei bandi. È un percorso che abbiamo ereditato dalla giunta Solinas e stiamo pensando di rivederlo alla luce della nuova giurisprudenza. Tutto aggiunge l’assessore – sarà fatto con il coinvolgimento delle associazioni dei balneari. La nostra non sarà una cosa calata dall’alto ma sarà condivisa, per quanto possibile, perché le leggi devono essere rispettate». Sulla mappatura delle coste, cioè la chiave di volte dell’intera questione, Spanedda non si sbilancia: «È in corso ma non ho una data precisa relativa al termine dei lavori. Ciò che è chiaro è che una volta che sarà conclusa avremo a disposizione uno strumento che ci permetterà verifiche puntuali».

Misurare la risorsa, cioè le spiagge, è fondamentale per programmare il futuro. Ma non è l’unica cosa. «Alla luce delle due sentenze emanate dalla stessa sezione e dalla stesso presidente del Consiglio di Stato – spiega l’assessore regionale al Turismo, Franco Cuccureddu –, abbiamo ottenuto a mio avviso su versioni contraddittorie: da una parte hanno detto che le proroghe non sarebbero state accettate, dall’altra hanno confermato che non sia possibile fare la gare perché manca la mappature del bene». Un dettaglio che potrebbe giocare a favore di chi pensa che la prossima stagione non sia a rischio, Cuccureddu compreso: «Fare gare a maggio è impensabile, non si può non salvare almeno questa stagione. Dire che le proroghe non sono valide, dirlo adesso, distrugge ogni prospettiva per il futuro prossimo. Non mi riferisco solo al turismo, da cui deriva un aspetto economico per nulla irrilevante, ma anche alla sicurezza, con gli stabilimenti balneari che non garantirebbero la presenza dei bagnini, fondamentali nelle spiagge, soprattutto quelle esposte al maestrale». Per questo , la politica deve accorciare i tempi: «Su questo problema intervengono da tempo giuristi, legislatori e giudici ma è chiaro che è necessario salvaguardare la stagione per farlo serve un intervento legislativo nazionale. Non si può pensare di risolvere i problemi a colpi di sentenze, anche se forse il modello D2 (il modulo per il rinnovo delle concessioni) dovrebbe essere sufficiente, per chi lo ha sottoscritto, a salvare la stagione. Devo anche dire – aggiunge l’assessore al Turismo – che questa non è una mia competenza specifica, me ne occupo indirettamente perché le concessioni riguardano anche strutture come i porti turistici privati. E poi ci sono investimenti da tutelare e da proteggere perché non credo che sia possibile ipotizzare la cessione delle concessioni senza indennizzi: parliamo di attività storiche, di “marchi” famosissimi costruiti generazione dopo generazione. E poi, i bandi. Non è pensabile che vengano redatti senza fare distinzioni precise perché non è le stessa cosa se saranno riferiti alle singole concessioni o alle intere spiagge. Serve la chiarezza che adesso non c’è». (c.z.)

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