La Nuova Sardegna

Pai fantasma, assolti i tecnici comunali

Antonello Zanda
Antonello Zanda

Tino Azzena e Antonello Zanda erano indagati per abuso e omissione in atti d’ufficio. Prosciolto anche Michele Territo

06 ottobre 2017
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OLBIA. Il gup del tribunale di Tempio ha mandato assolti, perché il fatto non sussiste, i dirigenti comunali di Olbia Antonello Zanda e Tino Azzena. Prosciolto anche il professionista di Agrigento Michele Territo. I due tecnici comunali erano accusati di abuso e omissione in atto d’ufficio e il professionista siciliano era accusato d’inadempienza in contratto per pubblica fornitura e calunnia. La vicenda processuale era relativa ad uno studio di adeguamento alle norme urbanistiche comunali e regionali al Pai, il piano di assetto idrogeologico per le macroaree di Olbia e frazioni. Nell’inchiesta avviata dall’ex capo della procura Domenico Fiordalisi sul Pai fantasma rimasero indagati Giovanni Antonio Zanda, già capo del settore urbanistico del Comune (assistito dall’avvocato Jacopo Merlini), l'attuale dirigente dello stesso settore Costantino Azzena e Michele Territo, il professionista incaricato della redazione dello studio di applicabilità del Piano alle norme urbanistiche regionali e comunali.

Un documento più volte citato nel procedimento penale che si è appena concluso a Tempio sulle 10 morti causati dal passaggio del ciclone Cleopatra, chiuso con una assoluzione ampia e generale dei sei indagati. Michele Territo, assistito dagli avvocati Gianluca Tognozzi e Alessia Casinelli, era indagato per «non aver adempiuto agli obblighi dettati dal contratto di convenzione per la redazione del Pai di Olbia laddove si impegnava a consegnare gli atti entro i sei mesi previsti dalla convenzione firmata nel 2008 e in quanto soltanto nel 2011 consegnava lo studio generale per la macroarea di Murta Maria, ovvero una minima parte del lavoro commissionatogli. Lavoro destinato a evitare un comune pericolo di alluvione dei centri abitati come quello poi effettivamente verificatosi a Olbia il 18 novembre 2013». Per Giovanni Antonio Zanda il capo di imputazione parlava di abuso d'ufficio per avere, nella sua qualità di dirigente del settore urbanistico «procurato a Michele Territo un ingiusto vantaggio patrimoniale omettendo di vigilare sul lavoro e di intimare al Territo di depositare gli studi oggetto della convenzione per la quale aveva già ricevuto l'anticipo di 48 mila euro». Giovanni Zanda, Costantino Azzena (difeso dall’avvocato Pietro Diaz) e Michele Territo erano anche accusati in concorso tra loro, di rifiuto e omissione in atti d'ufficio perché, stando agli atti processuali, «pur consapevoli dell'importanza per la città di Olbia della redazione dell'adeguamento del Puc al Piano di assetto idrogeologico (Pai), omettevano di vigilare e far rispettare i termini per la presentazione dello studio, che avrebbe consentito di conoscere con chiarezza le zone soggette a rischio idrogeologico della città, mitigando il rischio alluvione». (g.p.c.)

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