La Nuova Sardegna

Alghero

Il sindaco lancia l’idea: «Una casa per il catalano»

di Gian Mario Sias
Il sindaco lancia l’idea: «Una casa per il catalano»

La proposta di Bruno dopo il servizio dedicato alla città dal New York Times Palazzo Serra diventerebbe la sede di tutte le associazioni che tutelano la lingua

24 novembre 2016
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ALGHERO. Quell’immagine di Alghero, dipinta davanti a tutto il mondo come una realtà di frontiera in tema di tutela delle lingue minoritarie, ha ringalluzzito anche il sindaco. Dopo aver postato sul proprio profilo Facebook la versione cartacea e la versione online del reportage dedicato alla Riviera del corallo dal New York Times, Mario Bruno ha rilanciato tutti i riferimenti della stampa locale a un “messaggio promozionale” tanto inatteso quanto gradito. Fino a convincersi che ci fosse il tanto per dedicare all’argomento il consueto “bon dia”, il primo post del mattino dal suo pulpito virtuale, e azzardare una proposta che, almeno sulla rete, ha fatto il pieno di consensi.

«La lingua è una delle ricchezze di Alghero e ci unisce a 10milioni di “catalano parlanti” nel mondo», è la riflessione fatta ieri di buon ora da Bruno. «Ora il catalano deve unire anche la città – aggiunge il sindaco – dobbiamo lavorare insieme». Per prima cosa, «propongo palazzo Serra come sede di tutte le associazioni che tutelano, difendono e diffondono il catalano di Alghero», è il sondaggio in cui si lancia Mario Bruno. E tanto per far capire che non si tratta di una sortita temeraria, figlia dei riflettori puntati dalla troupe giornalistica del New York Times, precisa subito. «Abbiamo presentato anche uno specifico progetto all’attenzione della Fondazione di Sardegna», annuncia. E chiede ai suoi amici virtuali. «Cosa ne pensate?». Qualunque sia la genesi di una simile iniziativa, c’è di buono che risponde perfettamente alle richieste degli operatori culturali attivi in città nella tutela del catalano. Non più tardi di due settimane fa, era stato il presidente dell’Omnium Cultural di Alghero, Stefano Campus, a proporre che l’algherese trovasse casa. Un segnale, l’inizio di un nuovo corso politico, destinato a favorire la collaborazione e l’interazione tra le tantissime realtà che promuovono la lingua della città a scuola, a teatro, nella musica, nella letteratura e nella vita di tutti i giorni. Parlato da oltre 9milioni di persone in tutto il mondo, senza serie politiche di tutela e di promozione il catalano rischia di scomparire da Alghero e, quindi, dall’Italia. Il modo in cui si batte il tessuto culturale e sociale cittadino è stato individuato come possibile ricetta per scongiurare l’estinzione di una lingua che può rappresentare per la città e il suo territorio un patrimonio anche in termini economici. Essere finiti nelle prime pagine del New York Times ha rappresentato per le istituzioni quell’iniezione di entusiasmo auspicata dagli addetti ai lavori. Nei giorni scorsi Alghero è stata l’oggetto di un reportage dal titolo “L’ultimo baluardo del catalano in Italia lotta per conservare viva la sua lingua”, apparso sul New York Times e sul suo sito grazie al lavoro del giornalista Raphael Minder, corrispondente del NYT dalla Spagna.

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