La Nuova Sardegna

Alghero

Olivicoltura in crisi, investimenti in fuga e produzione a picco

Gianni Olandi
Olivicoltura in crisi, investimenti in fuga e produzione a picco

La San Giuliano ha ospitato i massimi esperti del settore L’azienda, che compie 100 anni, continua la sua espansione

27 novembre 2016
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ALGHERO. Lo stato di salute dell’olivicoltura italiana è stato oggetto di una analisi approfondita nella grande sala del ristorante Le Pinnette a Monte Sixeri dove ieri mattina si è svolto il convegno sulla Anteprima di Olio Officina Festival, evento che si terrà a Milano il prossimo febbraio, e per la presentazione del progetto Fratello Olivo.

Nella campagna di Guardia Grande si sono dati appuntamento esponenti di primissimo piano dell’agroalimentare nazionale, il mondo della produzione, tecnici, politici, bancari, studiosi, ricercatori e docenti universitari in un vero e proprio summit voluto da Domenico e Pasquale Manca sia per la presentazione del loro ulteriore impegno con la messa a dimora di 120mila piante di olivo ma anche in particolare perché la loro azienda compie quest’anno il secolo di vita.

Nel corso del dibattito l’analisi del settore olivicolo è stata impietosa: quest’anno la campagna olivicola nazionale è stata di quelle da dimenticare, al di sotto delle 300mila tonnellate a fronte di un fabbisogno annuale di circa 600mila. L’intero settore è andato in debito di prodotto confermando in maniera piuttoso seria che il Paese non è autosufficiente neanche per soddisfare il proprio consumo. Da aggiungere che sarà necessario garantire l’esportazione dell’olio made in Italy in tutto il mondo per circa 400mila tonnellate quindi con acquisto di olive da oltre confine nazionale.

In questo quadro indubbiamente preoccupante il giornalista Luigi Caricato, esperto del settore, che ha coordinato il dibattito, non ha avuto difficoltà a sostenere nella sua introduzione che «l’Italia sta abbandonando l’oliveto». Per questa ragione ha definito gli impreditori algheresi Domenico e Pasquale Manca " Capitani coraggiosi " per aver avviato un investimento che va controtendenza come testimoniano i dati di produzione dell’ultimo anno.

Alla tavola rotonda hanno partecipato i professori Salvatore Camposeo e Angelo Godini dell’università di Bari, Aleandro Ottanelli dell’università di Firenze e Sandro Dettori dell’Ateneo sassarese. Autorevole il parterre: i vertici nazionali di Federolio, dell’Aipo di Roma, Federagricoltura, le agenzie regionali della Laore e dell’Agris, delle società produttrici e agro industriali Frescobaldi (vino ) e De Cecco (pasta) per citarne alcuni. A presentare il progetto Fratello Olivo non poteva che essere il patriarca di San Giuliano, Domenico Manca che in attesa del “ rinascimento” dell’olivicoltura italiana ha dato il via per proprio conto a una vera e propria trasformazione della attività agraria della Nurra: comincia come terra di pastori, si integra con la coltivazione della vite e ora si arricchisce nella produzione anche con gli oliveti. Centocinquanta ettari messi a dimora con la qualità bosana che fra tre anni entreranno nella prima produzione. Un programma a medio termine che probabilmente prevederà ulteriori interventi di espansione sempre all’insegna della olivicoltura moderna e intensiva. Pasquale Manca ha infine ricordato, manifestando legittimo orgoglio, che il progetto Fratello Olivo determina un indotto di assoluto rilievo che in una situazione di crisi economica complessiva costituisce un riferimento occupazionale e sociale piuttosto importante.

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