La Nuova Sardegna

Alghero

Alghero sempre in attesa di un Piano urbanistico

di Gianni Olandi
Alghero sempre in attesa di un Piano urbanistico

Il Prg venne approvato quando il sindaco era Carlo Sechi. «Nel 1998 il Puc era pronto, ma fu bocciato in consiglio»

18 dicembre 2016
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ALGHERO. Ventidue anni senza uno strumento urbanistico moderno, efficace, adattato ai cambiamenti in corso nella società, alle nuove esigenze, sono decisamente troppi. Tanti, al punto che tale carenza ha inciso in negativo sulla capacità di sviluppo dell’economia locale. Una tesi che viene condivisa dalle organizzazione di categoria del comparto artigiano, mercantile e dallo stesso mondo delle produzioni.

Il piano urbanistico comunale venne assegnato allo staff dell’architetto Emilio Zoagli nel lontano 1994. Allora era sindaco Carlo Sechi. «Nella primavera del 1998 – ricorda Sechi – il piano era pronto, chiuso e definito. Il piano lasciava anche spazio ad eventuali adeguamenti ma era già una importante base di partenza. In 4 anni eravamo riusciti a chiudere il cerchio. Poi i veti incrociati ne hanno determinato la mancata approvazione in consiglio. Un vero peccato per la città, una occasione persa. Non sono per niente convinto che la copianificazione Comune-Regione sullo strumento urbanistico abbia prodotto risultati favorevoli e soprattutto accelerato i tempi di predisposizione».

A proposito di Puc e dei grandi interessi che ruotano attorno, vale la pena di ricordare una curiosità: negli anni 76/77 in occasione di una riunione del consiglio comunale dove si discuteva il piano, Monte Doglia rischiò di diventare area fabbricabile per l’utilizzo disinvolto sulla cartografia di cerchietti che davano l’edificabilità. Quella riunione in via Columbano non a caso venne chiamata “la notte dei pennarelli”.

Sulla mancanza del piano per una città come Alghero il presidente della Camera di Commercio, Gavino Sini, sostiene che un elaborato urbanistico «non è solo “economia del mattone” come in modo improprio spesso viene identificato. Si tratta di uno strumento indispensabile per tutti i settori, per attivare l’intero sistema economico e diventarne il percorso per la crescita e lo sviluppo. Per quanto riguarda il pesante ritardo che interessa Alghero l’auspicio è che l’intera procedura possa godere ora di maggiore celerità con il coinvolgimento di tutti gli attori nella condivisione di un progetto generale che interverrà nel contesto dove viene adottato almeno per i prossimi 20 anni. Sono dell’opinione – conclude Sini – che una previsione di aggiornamenti decennali potrebbe favorire un migliore adeguamento alla realtà in essere e in continua evoluzione».

Dal mondo delle imprese artigiane giunge sull’argomento un vero e proprio allarme. «Stiamo perdendo il bene più prezioso che abbiamo, i nostri giovani – dice Mario Piras, presidente della Confartigianato –; la mancanza di opportunità come l’avvio di piccole aziende individuali nel nostro settore, sta impoverendo il tessuto professionale della nostra categoria. I più vecchi sopravvivono tra mille difficoltà e non possono garantire ai giovani la certezza di un posto di lavoro. Il piano urbanistico è uno strumento che detta le regole ma che favorisce anche lo sviluppo». Il presidente della Confartigianato azzarda poi un passaggio polemico: «Tutti gli amministratori ritengono il Puc come la priorità in assoluto, il grande obiettivo del loro mandato. Ma lo fanno in campagna elettorale». Mario Piras non nasconde poi che fenomeni come il lavoro nero e il sommerso siano la conseguenza diretta di questo stato di cose. «Il nostro settore è quello che più di altri paga il prezzo del mancato sviluppo, di una economia stagnante e della mancanza di prospettive a breve e medio termine».

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