La Nuova Sardegna

Alghero

la filiera del turismo 

Gli operatori contro Bruno: «Le nostre idee inascoltate»

«ALGHERO. La lealtà, la collaborazione e le proposte operative delle imprese sono rimaste senza riscontro». La bordata, stavolta, non ha una connotazione partitica. Ma le conseguenze della durissima...

16 luglio 2017
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«ALGHERO. La lealtà, la collaborazione e le proposte operative delle imprese sono rimaste senza riscontro». La bordata, stavolta, non ha una connotazione partitica. Ma le conseguenze della durissima presa di posizione di Confcommercio Alghero, “Consorzio turistico Riviera del corallo” e “Club di prodotto Domos”, rischiano di essere politiche. E pesanti. Le tre organizzazioni che rappresentano l’intera filiera del turismo algherese scaricano l’amministrazione Bruno. Non sono mai stati omogenei alla maggioranza il presidente di Domos, Marco Di Gangi, quello del Riviera del corallo, Stefano Visconti, e neanche il segretario di Confcommercio Alghero, Massimo Cadeddu, che dei tre è quello più addentro alle vicende di Porta Terra. Però le associazioni che rappresentano sinora sono state buone e zitte, o quasi. Il documento programmatico partorito a sei mani nelle scorse ore è una presa d’atto che mette Mario Bruno e i suoi in difficoltà. Passino i dissidi con l’Udc, che sono il sale di questo mandato amministrativo, e i battibecchi con il centrodestra, che fanno parte del gioco. E passi pure la situazione da “separati in casa” tra bruniani e Pd, buona per condire alla catalana uno scenario politico altrimenti scontato. Ma stavolta a parlare senza peli sulla lingua è il sistema economico, senza alcuna casacca politica, senza alcun pregiudizio e al termine di una lunga fase di dialogo e collaborazione. Il messaggio di Confcommercio, Consorzio e Club di prodotto è politico, altroché. «Appurato lo stallo in cui versa, suo malgrado, il comparto turistico – affermano a chiare lettere Cadeddu, Visconti e Di Gangi – in mancanza di un rapido e riscontrabile cambio di passo saremo costretti a prendere atto della mancanza della reale intenzione dell’amministrazione di operare nel concreto interesse dello sviluppo turistico di Alghero». Così i tre fanno partire il countdown e ricordano i punti su cui gli operatori vorrebbero sentirsi protagonisti per il bene della città. Un punto in particolare introduce elementi di confronto nuovi, almeno per il dibattito pubblico. «Al contrario di quanto dice il suo Statuto, le imprese sono fuori dalla Fondazione Alghero», è la protesta. «Il comparto produttivo è escluso dal comitato scientifico e dal consiglio di amministrazione – stigmatizzano – e le interlocuzioni sul miglior impiego delle risorse della Fondazione non hanno portato a nulla». (g.m.s.)

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