La Nuova Sardegna

Alghero

Palazzo a fuoco, la Procura ora controlla le autorizzazioni

di Gian Mario Sias
Palazzo a fuoco, la Procura ora controlla le autorizzazioni

Indagini sulle cause del rogo: si cerca di appurare se il magazzino sotterraneo era in regola  L’obiettivo è quello di chiarire se dopo l’ampliamento erano state rispettate le normative antincendio

22 luglio 2017
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ALGHERO. Quel magazzino sotterraneo era autorizzato? E i controlli preventivi per la sicurezza erano stati fatti? Dopo il suo ampliamento, il locale commerciale al pian terreno rispondeva ancora ai parametri imposti dalle norme antincendio? Chi doveva vigilare sul rispetto delle prescrizioni autorizzative ha effettivamente controllato? Sono le domande cui da ieri cerca di dare una risposta l’indagine della Procura della Repubblica di Sassari, coordinata dai magistrati Paolo Piras e Maria Paola Asara. Perché mentre passano le ore e si continua a lavorare per stimare i danni e per capire quanto dovrà durare l’esilio dei 140 sfollati di via Vittorio Emanuele, emerge sempre più chiaramente la volontà di chi svolge le indagini di vedere chiaro in un incidente che solo per fortuna non si è trasformato in una tragedia. Ieri gli investigatori hanno acquisito le carte relative alla Duap rilasciata dal Comune di Alghero dopo l’ampliamento di “Risparmio Casa”, attività commerciale che si estende per tutta l’ampiezza del palazzo, da via Vittorio Emanuele a via Iosto, via Mazzini e via Botticelli. Ma hanno anche iniziato a lavorare per accertare le condizioni di sicurezza e di legittimità di quel deposito al primo sottopiano, dove erano stipate merci altamente infiammabili in uno spazio chiuso. A quanto pare, inizialmente i vigili del fuoco stavano spegnendo l’incendio sulle grate colme di fogliame. Ma è probabile che l’acqua sia finita giù, sul motore di un condizionatore, provocando lo scoppio. Il locale chiuso, tra i posti auto degli appartamenti invenduti, potrebbe avere fatto il resto. Ipotesi, ovviamente, solo ipotesi. Ma cosa sia davvero accaduto interessa agli inquirenti quanto agli inquilini, che si sono costituiti in comitato e intendono chiedere i danni per i disagi che stanno patendo. Eventuali responsabilità interessano anche la Axa, società con cui è stato stipulato il contratto di assicurazione del condominio costruito una decina di anni fa. Ieri i periti della società assicuratrice e della società che ha costruito il palazzo hanno eseguito dei primi rilievi. La buona notizia, questa volta, è che i 7milioni di euro di massimale previsti dal contratto a copertura di danni da incendio dovrebbero bastare abbondantemente per restituire tutta la struttura alla sua perfetta agibilità. Purtroppo però servirà del tempo, almeno un anno, per consentire alle 49 famiglie che sono state fatte evacuare tre notti fa di rientrare nei loro appartamenti. Per questo motivo, la gestione dell’emergenza è importante. Ieri è stato istituito un conto corrente che fa capo al centro di ascolto della Caritas. Si può contribuire all’Iban IT74S0101584894000070643801, causale “contributi emergenza incendio”.

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