La Nuova Sardegna

Alghero

Trovati gli inneschi: Maria Pia nel mirino degli incendiari

di Gian Mario Sias
Trovati gli inneschi: Maria Pia nel mirino degli incendiari

Piromani pronti a colpire nella pineta su più fronti Rinvenute garze imbevute di benzina, candele e micce

22 agosto 2017
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ALGHERO. Se è vero che tre indizi fanno una prova, allora qui le prove iniziano a essere diverse.

La compagnia barracellare di Alghero, tornata in piena operatività da pochi giorni sebbene al proprio interno le polemiche e la guerra a colpi di carte bollate vada avanti, ha scoperto una serie di inneschi all’interno della pineta di Maria Pia che lasciano supporre senza grandi margini di dubbi che gli ultimi principi di incendio siano frutto di atti dolosi, sulla cui matrice sono in corso accurati approfondimenti investigativi.

Nei pochi giorni di attività, i barracelli algheresi hanno rintracciato una garza imbevuta di un liquido infiammabile e una bomboletta di gas che erano stati abbandonati insieme sotto un ginepro ridotto in cenere.

A poca distanza le tracce di un altro principio di incendio e altri ritrovamenti. Zampironi, cerini, micce, torce di legno, candele.

Un vero e proprio arsenale artigianale per aspiranti piromani.

Materiali ritrovati in larghissima misura lungo il tratto della pineta di fronte a villa Segni, nella parte di viale I maggio meno vicina al centro abitato.

Secondo le forze dell’ordine, che a partire dalle recenti scoperte stanno estendendo il campo delle indagini anche a ulteriori episodi che si sono verificati durante le scorse settimane nella stessa zona, si tratta di segni inequivocabili che qualcuno ha voluto a più riprese appiccare volutamente il fuoco a Maria Pia.

Che l’area possa essere oggetto di accesi scontri, di interessi e di speculazioni varie è risaputo, perciò l’aspro e longevo dibattito politico sul futuro dell’area possa essere alla base di simili, goffi, tentativi incendiari è un’ipotesi che a questo punto non viene scartata. Tuttavia la varietà di strumenti, di materiali e di modalità cui si è ricorso per avviare gli incendi, sinora sempre sopiti tempestivamente dalle forze in campo, non permette di escludere che si tratti di autori diversi, di mitomani o di vandali inconsapevoli dei danni che potrebbero produrre alla collettività.

Nei giorni scorsi era stato il comandante in carica della compagnia barracellare di Alghero, Riccardo Paddeu, a spiegare pubblicamente la gravità della situazione.

«C’è qualche piromane che sta in tutti i modi tentando di far partire degli incendi, che per ora sono stati sempre spenti in maniera tempestiva dal corpo forestale», dice Paddeu. «Dal 15 agosto, da quando la compagnia ha ripreso la sua funzionalità, stiamo facendo servizi in divisa ma anche in borghese – spiega il comandante – con l’intento di prevenire e reprimere, in caso di flagranza, questo reato penale e punito in maniera anche molto pesante».

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