La Nuova Sardegna

Alghero

Il salvataggio di Bruno figlio della regia del Pd

di Gian Mario Sias
Il salvataggio di Bruno figlio della regia del Pd

L’uscita dall’aula del capogruppo Mimmo Pirisi ha dato un assist al sindaco Ma la resa dei conti nel partito è solo rimandata: se ne parlerà al congresso

13 settembre 2017
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ALGHERO. Partendo dai fatti è tutto più semplice: due sere fa il consiglio comunale di Alghero ha approvato il bilancio consuntivo del 2016, per il quale era stato diffidato a procedere entro ieri. L’ok ha scongiurato il commissariamento: Mario Bruno può restare alla guida dell’amministrazione comunale.

La maggioranza si è presentata in aula in inferiorità numerica: 11 compreso il sindaco e il presidente del consiglio comunale, Matteo Tedde. L’opposizione, rimpinguata di recente dagli innesti degli Udc Alessandro Loi e Donatella Marino, si è presentata in maggioranza. Dall’aula era assente la sola Linda Oggiano, che vive a Roma, preferisce non parlare, partecipa poco ai consigli comunali e a seconda di chi riferisce è data pro o contro Mario Bruno con la stessa certezza. Approvare il bilancio è stato possibile perché Alessandro Nasone ha votato a favore. Eletto con l’Upc, partito in maggioranza e passato all’opposizione, avantieri Nasone è tornato in maggioranza, ma ha chiesto che la sua apertura di credito sia la premessa per costruire una nuova fase.

Il suo “sacrificio” non sarebbe bastato, perciò alla causa del nuovo centrosinistra algherese ancora da inventare si è “immolato” anche Mimmo Pirisi. Il capogruppo del Pd in consiglio comunale, dopo una premessa estremamente critica nei confronti del sindaco e degli ex compagni di partito, accusati di aver distrutto dentro e fuori da via Mazzini quanto fatto insieme sino a tre anni fa, al momento del voto ha abbandonato l’aula e ha chiesto le dimissioni del sindaco. Che non arriveranno, ovviamente. Insomma, sempre per rimanere ai fatti, l’approvazione è stata possibile grazie alla regia del Partito democratico, a tutti i livelli. Perché nel senso più esteso del termine, che dovrà poi essere certificato dal congresso cittadino fissato per ottobre, sono del Pd tutti i protagonisti di due sere fa. Lo è Mario Bruno, lo è Mimmo Pirisi, lo è Alessandro Nasone e lo è Enrico Daga. A lui, in questa complicata divisione dei compiti tutta interna al partito, è toccata la parte meno ingrata: quella di votare no, confermando la propria ostilità al sindaco, alla sua maggioranza e alla sua attività amministrativa. Ufficialmente, è la posizione del partito, l’ha detto chiaramente alcuni giorni fa anche il segretario regionale Giuseppe Luigi Cucca. Peccato che di Pd, in Sardegna, ce ne siano da sempre almeno due, quello di chi sta con Renato Soru e quello di chi è contro Renato Soru. Alghero non si distingue. Ora la città si chiede chi abbia vinto questo braccio di ferro democratico. Bruno, che resta in sella grazie al supporto del partito, o Enrico Daga, che ha costretto la segreteria regionale a legittimare pubblicamente una posizione ostile al sindaco e all’amministrazione? Per scoprirlo veramente, si dovrà attendere sino al congresso democratico cittadino, in calendario a ottobre, insieme a quello provinciale. Tutte le anime democratiche algheresi, che sono in aumento, dovranno vedersi e parlarsi. Anche perché poi seguiranno le elezioni politiche in primavera, e a inizio 2019 ci saranno quelle regionali, e dopo qualche mese le amministrative. Per ora, forse, non ha vinto nessuno.

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