La Nuova Sardegna

Alghero

Crescita di iscritti nel Pd anomala, Daga attacca il sindaco

ALGHERO. Che l’11 settembre avrebbe avuto un esito scontato, non irrimediabile per le sorti dell’amministrazione comunale, si sapeva. Che quanto successo quella sera in consiglio consista in una...

23 settembre 2017
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ALGHERO. Che l’11 settembre avrebbe avuto un esito scontato, non irrimediabile per le sorti dell’amministrazione comunale, si sapeva. Che quanto successo quella sera in consiglio consista in una sorta di compromesso tra le diverse anime del Pd, è chiaro. Che la ragione di quanto accaduto risieda nella scelta di rinviare il regolamento di conti interno al partito al congresso cittadino era noto. Ma che i toni potessero alzarsi così, di nuovo, all’improvviso, dopo tanto silenzio, non era scontato. Alla vigilia dalla chiusura del tesseramento, da via Mazzini sono riprese le raffiche verso Porta Terra e il suo inquilino, il sindaco Mario Bruno. L’attacco incrociato porta la firma del segretario cittadino Mario Salis e del consigliere comunale Enrico Daga. Uno parla con un documento ufficiale, trasmesso agli organi di stampa. L’altro lancia il suo strale da facebook. Toni diversi, contenuti diversi, media diversi, una sola sostanza: la guerra è aperta. «Nell’aula del consiglio comunale, l’11 settembre si è definitivamente certificata la dissoluzione della maggioranza che sosteneva il sindaco Bruno», attacca Salis. «Il capogruppo del Pd ha responsabilmente annunciato e motivato l’uscita dall’aula durante la votazione del bilancio consuntivo», prosegue il segretario. «Tramite lui il Pd ha chiesto un atto di responsabilità, chiarezza e rispetto delle più elementari regole della democrazia – insiste Salis – che impongono in mancanza di una maggioranza e in condizioni di ingovernabilità, le dimissioni del sindaco come atto dovuto alla città». E invece niente, così il Pd, «pur ritenendo che Alghero debba essere necessariamente governata, preso atto che a distanza di settimane nulla è cambiato – annuncia Mario Salis – in ossequio al deliberato del direttivo del Pd di Alghero, si da mandato ai consiglieri comunali di non garantire più il numero legale ai lavori delle commissioni e del consiglio comunali e di mettere in atto tutte le forme di opposizione consentite dalle regole democratiche». Enrico Daga invece lancia la sfida in vista della chiusura del tesseramento. «Il partito si attesta su un certo numero di iscritti medi annui mentre i dirigenti combattono quotidianamente contro l’antipolitica e la propaganda che tende a rappresentarlo come il luogo delle congiure e delle scorribande del potere – dice –. In occasione del congresso, grazie alla presenza di un sindaco e qualche consigliere comunale stratega, lo stesso partito cresce oltre il 25%, soglia oltre la quale a livello nazionale si decreta la crescita di iscritti anomala». Insomma, accusa Daga, è in atto «un assalto alla diligenza». (g.m.s.)

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