La Nuova Sardegna

Alghero

Comune, la crisi si sposta in casa Pd

di Gian Mario Sias
Comune, la crisi si sposta in casa Pd

Bruno esce rafforzato dall’ennesimo strappo in aula. E le dimissioni annunciate potrebbero anche non essere necessarie

12 ottobre 2017
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ALGHERO. È come se si fosse dimesso. Il suo ennesimo annuncio ha avuto lo stesso effetto: riproporlo al centro della scena, concentrare il dibattito su un dopo che non arriva mai e trasferire in via Mazzini il confronto sul futuro del centrosinistra in città.

Non si è dimesso e forse non lo farà. Mario Bruno si gode l’ennesimo scacco inflitto ai suoi oppositori dalla finestra di Facebook. Ieri, già di buon mattino, si perdeva il conto dei post pubblicati per elogiare la sua amministrazione. La circonvallazione, la Sassari-Alghero, le scuole, le strade, il verde, città della cultura, città creativa, città di questo e di quello. Come uno scioglilingua, una specie di rosario, recitato tutte le santissime mattine dal pulpito virtuale della sua bacheca social.

Il suo è un modo per ricordare a tutti che sarebbe un peccato interrompersi a un terzo del cammino: quaranta mesi già trascorsi da quando è sindaco di Alghero, altri venti ancora da passare alla fine del mandato, che evidentemente conta di portare a termine. La speranza è ben riposta: le prossime settimane, tra congresso cittadino, rimpasto di giunta e riassetto in maggioranza, lo incoroneranno ancora guida del centrosinistra di Alghero. E sarà un centrosinistra a forte trazione democratica.

Mario Bruno sembra uscire più forte dalla complicatissima crisi amministrativa che da giugno ha asfissiato gli algheresi più che appassionarli. È riuscito a farla franca senza presentare le dimissioni, da lui annunciate in luglio e in agosto e pretese in settembre e in ottobre dal capogruppo del Pd in consiglio comunale, Mimmo Pirisi. Il consigliere dem, che sta facendo acrobazie per tenere uniti i due mondi con cui vorrebbe mantenere lealtà, non ci rimarrà male se anche questa volta le dimissioni non arriveranno: sa anche lui che l’importante era quella dichiarazione, utile ad aprire il dibattito pre-congressuale. Altri segnali della vittoria di Bruno: il Pd è sempre più diviso. Dopo Raniero Selva e Mimmo Pirisi, abbandonano l’ortodossia anche Franco Santoro e Tonino Alfonso. Dopo essersi presentato in aula, tra il pubblico, a braccetto con Luigi Lotto e Salvatore Demontis, Santoro flirta spudoratamente con i bruniani. Alfonso, dal canto suo, si lancia in strali verso i suoi compagni, dai quali prende improvvisamente le distanze. A queste condizioni, il congresso cittadino del 21 ottobre sarà un regolamento di conti. Con vincitori, e sconfitti. Dopo Luigi Lotto, nel novero dei primi si iscrive anche Salvatore Demontis. «La soluzione adottata ad Alghero era l’unica possibile e responsabile, si trattava di decidere se provare a ricostruire il centrosinistra oppure consegnare la città al centrodestra, dopo nove mesi di commissariamento», commenta il consigliere regionale soriano, «il centrosinistra non può prescindere dalla presenza del Pd e il Pd non ha altra strada se non quella del centro sinistra». Tra i vinti non ci sono autocandidature.

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