La Nuova Sardegna

Alghero

La zona umida del Calich in perenne emergenza

La zona umida del Calich in perenne emergenza

Vandali e maleducati rendono vani gli interventi finanziati dall’Unione Europea Il Wwf Sardegna denuncia lo stato di abbandono dell’area di pregio ambientale

15 ottobre 2017
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ALGHERO. Lo stagno del Calich è una delle zone umide più importanti dell’isola, al punto di meritare l’attenzione dell’Unione Europea che in passato ha finanziato un progetto per la valorizzazione e fruizione dell’area. Uno stagno che però soffre di periodici mali di stagione ai quali si tenta di porre rimedio con risultati altalenanti, mai ai quali si aggiunge l’incuria, l’abbandono e i continui atti di vandalismo e - nei casi più frequenti - di semplici gesti di inciviltà.

Sullo stato di salute del Calich e sulla fruizione delle strutture realizzate intorno e nello specchio acqueo dello stagno, interviene il delegato Wwf per la Sardegna Carmelo Spada che si chiede polemicamente se «la struttura immersa nelle acque della laguna e le strutture annesse a terra servono? Sono ancora utilizzabili? Quale è lo stato strutturale? Chi dovrebbe utilizzarle e come? A chi spetta intervenire per sanare la situazione? A chi compete la sorveglianza per impedire gli atti vandalici?».

Non è invece chiaro quale sia l’interlocutore che dovrebbe rispondere al rappresentante del Wwf che, fra l’altro, ipotizza un possibile intervento dell’Unione Europea per danno erariale. Danni riportati dalla casetta realizzata con fondi comunitari, vandalizzata a più riprese; danni alla recinzione perennemente “sfondata” e aperta alla maleducazione di alcuni cittadini-utenti-fruitori poco civili che non esitano a liberarsi dei rifiuti in un’area di pregio ambientale; danni all’ecosistema che avrebbe dovuto beneficiare degli interventi di risanamento così da restituire pescosità alla laguna. Con i fondi comunitari era stato realizzato anche lo sbarramento che avrebbe dovuto consentire al novellame l’ingresso nello stagno e, sempre con l’intervento dell’Unione Europea erano stati portati a termine gli interventi per la valorizzazione del ponte romano.

Ora tutto appare in stato di abbandono e lasciata in mano a vandali e maleducati. Un bene prezioso, quello della zona umida del Calich, per il quale l’amministrazione comunale sta predisponendo un progetto per un intervento di recupero. Ma i tempi della burocrazia sono differenti da quelli dei maleducati, sempre avanti di almeno tre passi. Eppure basterebbe poco per accentuare la sorveglianza e, soprattutto, installare una serie di telecamere magari collegate a una centrale operativa (pubblica o privata) per evitare il ripetersi di continue aggressioni a un bene prezioso quale una “zona umida”, scrigno di quelle biodiversità che abbondano non solo nell’area del Calich. Con positive ricadute per il turismo ambientale e per il comparto della pesca che avrebbe nello stagno una nursery per le specie più pregiate.



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