La Nuova Sardegna

Alghero

Il sindaco ha ufficializzato le dimissioni

di Gian Mario Sias
Il sindaco ha ufficializzato le dimissioni

L’ironia di Forza Italia: «Ma è solo una finta». Mario Bruno ha ora 20 giorni di tempo per ricostruire una maggioranza

17 ottobre 2017
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ALGHERO. «Si è appena dimesso il sindaco di Alghero per finta. Tutto vero». Oppure. «Siamo passati da “per il bene della città” a “per il bene della sinistra”, ottimo direi». I commenti sarcastici di Michele Pais e Nunzio Camerada, consiglieri comunali di Forza Italia, bastano e avanzano per spiegare quello che sta succedendo ad Alghero: niente.

Ieri mattina il sindaco Mario Bruno ha formalmente rassegnato le proprie dimissioni dalla carica di primo cittadino con decorrenza immediata. Ma il modo in cui la principale forza di opposizione in consiglio comunale reagisce alla notizia la dice lunga sulla situazione. Nessun terremoto, niente elezioni anticipate, niente commissari mandati da Cagliari. Niente di niente. La lettera protocollata ieri da Bruno è parte integrante della liturgia studiata a tavolino dai vertici regionali e territoriali del Partito democratico per benedire la pace che sarà sancita sabato, quando si celebrerà il congresso cittadino del Pd. Come da richiesta esplicita del capogruppo democratico in consiglio comunale, Mimmo Pirisi, e un po’ per non sminuirne il peso proprio in questo frangente in cui è stato determinante per la salvezza dell’amministrazione in carica, Mario Bruno alla fine ha fatto quel passaggio formale che ha il solo effetto pratico di fissare un limite cronologico a questa tiritera infinita, che va avanti, tra grandi avvicinamenti e brusche rotture, tra frizioni e flirt, tra veri e propri colpi bassi e mea culpa, da quando l’ex consigliere regionale di Progetto Sardegna e del Pd è salito sul trono di Sant’Anna, che poi ha trasferito a Porta Terra.

Proprio come annunciato una settimana fa in consiglio comunale, il sindaco ha compiuto quell’atto politico inserito in un complesso percorso di pacificazione con il Pd, che in questi tre anni di amministrazione è rimasto fuori dalla coalizione di centrosinistra che governa la città e ha esercitato un’opposizione decisa e aspra nei confronti della giunta guidata da Bruno, che del Pd è stato dirigente e consigliere regionale sino allo strappo alla vigilia delle amministrative del 2014, quando si è candidato contro il volere della dirigenza locale e in aperta competizione con la lista e il candidato sindaco di bandiera. Sabato ci sarà il congresso cittadino e si lavora a una mozione unitaria, con una sola lista e un solo candidato segretario, che sappia riappacificare le diverse anime democratiche algheresi nonostante le accese contrapposizioni di questi anni.

«Ringrazio i cittadini, i consiglieri, gli assessori e i dipendenti comunali per il lavoro e la leale collaborazione in questi quaranta mesi alla guida della città», commenta Mario Bruno. «Sono stati anni intensi, non sono mancati i miei errori ma neanche i risultati, frutto del lavoro di squadra». Le dimissioni, conferma, hanno «motivazioni politiche, conseguenti alla verifica in consiglio comunale dove quattro consiglieri eletti in maggioranza, tre con l’Udc e uno con l’Upc, sono passati all’opposizione». Per Bruno «è essenziale ricreare le condizioni per un quadro politico stabile e coeso». Ora, insiste il sindaco dimissionario, «inizia un periodo di verifica che dovrà concludersi entro il 5 novembre – prosegue – per ristabilire solide condizioni politiche, per portare a termine il programma in questi ultimi venti mesi prima della scadenza naturale del mandato». Nel frattempo, lui non starà con le mani in mano. Anzitutto perché ora c’è il regolamento dei conti in via Mazzini a cui pensare. E poi perché «le mie forze saranno indirizzate a evitare la nefasta eventualità di un commissariamento straordinario – conclude Bruno – Continuerò a lavorare fino all’ultimo secondo con la medesima intensità e con lo stesso spirito».

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