La Nuova Sardegna

Alghero

Panino del Milese indigesto per il Comune

Gianni Olandi
Panino del Milese indigesto per il Comune

Secondo i giudici amministrativi la chiusura del 2016 per l’allargamento del gazebo partiva da rilievi cartografici sbagliati

19 novembre 2017
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ALGHERO. All’inizio della stagione delle vacanze 2016 il clima festaiolo dell’estate algherese venne scosso da un provvedimento del Comune: la chiusura della Focacceria Milese. Secondo i rilievi del Palazzo i panini più famosi della Riviera del Corallo occupavano spazi di suolo pubblico non autorizzati. Nonostante ricorsi e contro ricorsi la pubblica amministrazione fu inflessibile: tre giorni di chiusura.

Sulla rete una pioggia di proteste divennero un caso che scatenò reazioni in ogni parte della Sardegna e non solo. Quella vicenda forni anche un imprevisto elemento di valutazione di quale sia il gradimento delle focacce di Sonya Fiori.

L’imprenditrice convinta di essere nel giusto affidò la sua difesa agli avvocati Sefano Carboni e Antonio Maria Lei e nei giorni scorsi il Tar della Sardegna ha emesso la sentenza: la chiusura dell’esercizio è da considerarsi illegittima in quanto viziata da eccesso di potere e da un falso presupposto.

Per il Tar infatti la cartografia alla quale si era affidato il Comune era sbagliata e quindi tali si sono rivelati tutti i provvedimenti a seguire, a cominciare dall’occupazione abusiva di suolo pubblico che aveva fatto scattare la chiusura dell’esercizio. Inoltre il Tar evidenzia che «la necessità di riduzione dell’area in concessione, ove effettivamente giustificata da interesse pubblico, deve necessariamente avvenire attraverso il parziale ritiro della concessione in essere». Adempimento peraltro non eseguito.

Il Comune è stato condannato al pagamento delle spese processuali, un paio di migliaia di euro, e la sanzione pone l’ente locale nelle condizioni di dover pagare il più costoso panino della sua storia democratica che sarà certamente meno saporito di quello che esce dai banchi della storica focacceria.

Ma la vicenda non è conclusa: è infatti in atto il versante penale di un contenzioso che si sarebbe potuto risolvere con qualche grammo di buon senso. In questo caso le ipotesi di reato sono di abuso di atti d’ufficio e tentata estorsione.

Nel corso del vivacissimo confronto, secondo quanto riferito da Sonya Fiori, alla titolare della focacceria sarebbe stato richiesto, attraverso un intermediario, sembra un rappresentante della categoria mercantile, di presentarsi all’incontro con l’amministrazione senza avvocato. Richiesta agli atti del procedimento nelle mani della Procura.

La guerra dei tavolini a macchia di leopardo di quella stagione, ha coinvolto diversi operatori del settore della ristorazione provocando anche qualche vittima illustre.

Un ristorante del centro storico, con master chef internazionale dietro i fornelli, chiuse i battenti al termine dell’estate perché aveva assunto personale da destinare al servizio dei tavolini sui bastioni, come avveniva negli anni precedenti, la cui concessione venne negata.

Tornando al Milese si registra ora una coda inevitabile soprattutto dopo la sentenza dei giudici amministrativi: la richiesta di risarcimento danni morali, materiali .

Richiesta che non sarà presentata nei confronti del Comune ma direttamente nella responsabilità personale del sindaco e del dirigente del settore valorizzazione del patrimonio comunale, come prevede l’articolo 28 della Costituzione. Sonya Fiori: «Sono contenta perchè ho dimostrato di non essere una abusiva e per aver dato coraggio ai miei colleghi imprenditori che si sono trovati nella stessa situazione».

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