La Nuova Sardegna

Alghero

Alghero, morì precipitando dai bastioni: in sette rischiano il processo

di Nadia Cossu
Alghero, morì precipitando dai bastioni: in sette rischiano il processo

Domenico Nurra era precipitato sugli scogli perché si era staccata una ringhiera. Tra gli imputati 5 dirigenti del Comune

23 novembre 2017
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ALGHERO. Sette richieste di rinvio a giudizio per quella morte assurda avvenuta a marzo del 2014 ai bastioni di Alghero. Il giudice dell’udienza preliminare deciderà a gennaio se mandare a processo i sette imputati di omicidio colposo per l’incidente nel quale perse la vita Domenico Nurra, il pensionato di 74 anni caduto a testa in giù sugli scogli dopo essersi appoggiato a una ringhiera tra la Torre di Sulis e la Torre dei cani.

Il pubblico ministero Mario Leo aveva iscritto nel registro degli indagati sette persone, tra dirigenti del Comune e consiglieri di amministrazione della società “Alghero InHouse” che si occupava, tra le altre cose, della manutenzione delle ringhiere. Per loro il sostituto procuratore ha chiesto il rinvio a giudizio. Si tratta di Guido Calzia (assistito dall’avvocato Edoardo Morette), Gian Marco Saba e Giovanni Spanedda (difesi da Nicola Satta), Antonio Maria Era (assistito da Sara Migliore), Luigi Altea (difeso dagli avvocati Sebastiano Chironi e Franco Luigi Satta), Gennaro Monte (assistito da Danilo Mattana) e Antonio Ferro (con l’avvocato Antonello Pais). Ieri al termine della discussione davanti al gup Michele Contini, i legali hanno chiesto il non luogo a procedere per i loro assistiti sulla base di una serie di considerazioni. Ad esempio il fatto che alcuni dirigenti imputati non erano più in carica quando avvenne la tragedia, Saba addirittura era stato trasferito a Sassari da più di un anno. Ma gli avvocati difensori hanno dimostrato anche l’esistenza di relazioni della società che certificavano l’avvenuta manutenzione delle balaustre. Senza trascurare poi il fatto che se anche quelle ringhiere – come ha sostenuto il pm – non erano a norma per via ad esempio dell’altezza, in ogni caso le normative a riguardo erano successive alla loro installazione e non prevedevano l’obbligo della sostituzione.

La morte di Domenico Nurra aveva scosso non poco gli algheresi. L’uomo, caporeparto della Sella&Mosca in pensione da due anni, era molto conosciuto e stimato in città anche per la sua attività di volontario nella Confraternita della Misericordia. Quel giorno di primavera di 4 anni fa era precipitato a testa in giù sulle rocce dopo un volo di almeno sei metri davanti agli occhi increduli della moglie e di alcuni amici che al momento dell’incidente si stavano intrattenendo con lui per fare quattro chiacchiere. Erano diretti in chiesa per la messa, come facevano tutti i giorni, qualcuno aveva proposto di fermarsi sui bastioni per godersi un attimo di relax. Le donne si erano sedute sulle panchine, mentre gli uomini si erano avvicinati verso le ringhiere. Poi il pensionato aveva compiuto quel gesto che gli è stato fatale: si era seduto sul gradino dando le spalle al mare e ruotando la mano sinistra aveva cercato appoggio su uno dei tre ferri di protezione, per l’esattezza quello centrale. Un appoggio che non c’era: la ringhiera si era infatti staccata ed era caduta, trascinandosi dietro anche Domenico.

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