La Nuova Sardegna

Alghero

Agli insulti sui social replica col “metodo Fresu”

di Gian Mario Sias
Agli insulti sui social replica col “metodo Fresu”

Ignazio Caruso ha postato su Fb l’elenco delle volgarità e i nomi dei detrattori La polemica era scoppiata dopo un suo commento sulla biblioteca di ResPublica

02 dicembre 2017
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ALGHERO. La cattiva notizia è che ad Alghero si bisticcia sempre. La buona notizia è che si discute di biblioteche. La triste notizia è che qualcuno esagera sempre e scade nella volgarità. La notizia divertente è che il “metodo Paolo Fresu” fa scuola: mesi fa il musicista di Berchidda, diventato cittadino del mondo grazie alla sua arte, aveva pubblicamente sostenuto lo “ius soli” per il riconoscimento della cittadinanza italiana. Agli insulti aveva risposto con ironia, pubblicandoli e mettendoli ai voti, fino a decretare un vincitore. Il suo emulo algherese è Ignazio Caruso, docente di lettere, 30 anni, blogger, che ha provocato un putiferio. Ma la bagarre scatenata sui social e al bar - che per gli algheresi sono quasi la stessa cosa -è una notizia. Ed è positiva. Con ordine. ResPublica, il network di associazioni e collettivi che abita il Distretto della creatività di via Simon, annuncia che prende forma una biblioteca popolare e «invita chi ama i libri a contribuire per la sua costruzione». L’insegnante, che nella vita reale e nella realtà virtuale ha un certo ascendente, ci riflette sopra su facebook. «A scanso di equivoci, i luoghi di fruizione della cultura non sono mai troppi, ma ad Alghero, oltre alle valorosissime biblioteche sostenute da volontari, nel 2014 è stata inaugurata da Comune e Architettura una biblioteca enorme, che raccoglie oltre 70mila volumi fruibili gratuitamente», scrive Ignazio Caruso. «Non si sa cosa una biblioteca popolare abbia di diverso dalle altre, e la biblioteca comunale non sarà centrale come il Distretto della creatività – conclude – ma sarebbe bellissimo se venisse frequentata ancora di più, soprattutto dai giovani». Apriti cielo. Le sue parole provocano alcune reazioni scomposte. «Anziché ringraziarmi per la pubblicità, alcuni membri del Distretto mi attaccano e mi insultato». Proprio come Fresu, Ignazio Caruso pubblica gli insulti che riceve: ignorante, intellettuale autoproclamato, non ha mai scritto un libro, nozionista, vuole maldestramente scatenare una guerra civile tra le biblioteche algheresi, non sa cosa è una biblioteca, si sente un visionario, deve pensare a Casa Pound. Seguono frasi irripetibili. Lui scherza. «Solo una di queste cose è vera».

Placati gli animi, ResPublica fa chiarezza e chiude la discussione. «Pensiamo alle biblioteche contemporanee come agenti sociali, che contrastino le disparità e le ingiustizie e garantiscano a tutti il libero accesso alla cultura, attraverso i libri perseguiamo una società libera e egualitaria», è il chiarimento che rende giustizia all’iniziativa di ResPublica e alla sollecitazione di Caruso. «Come farla? Attraverso “spazi polifunzionali”, luoghi autogestiti di collaborazione e coinvolgimento intergenerazionali, accessibili e accoglienti, aperti anche nelle ore serali». Alla fine sono tutti d’accordo: le biblioteche non sono mai troppe.

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