La Nuova Sardegna

Alghero

«Alghero con Sassari e Porto Torres per un sistema territoriale»

di Gian Mario Sias
Il sindaco di Alghero Mario Bruno con il direttore della Nuova Sardegna Antonio Di Rosa
Il sindaco di Alghero Mario Bruno con il direttore della Nuova Sardegna Antonio Di Rosa

Mario Bruno rivendica un ruolo guida per lo sviluppo del nord ovest dell’Isola. Sala de Lo Quarter affollata per il confronto col direttore della Nuova Sardegna

30 dicembre 2017
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ALGHERO. «Cagliari è un sistema territoriale, Olbia è un sistema territoriale, il Nord Ovest no: Alghero c’è, ma non c’è il resto». Mario Bruno anticipa i botti di fine anno. Il sindaco di Alghero racconta il 2017 attraverso immagini, impegni, progetti, opere, errori. Ma soprattutto rivendica per Alghero un ruolo guida nello sviluppo del territorio. Lo fa nella conferenza di fine anno, incalzato dalle domande del direttore de La Nuova Sardegna, Antonio Di Rosa, in un incontro nella sala conferenze di Lo Quarter, tra assessori, consiglieri, dirigenti e impiegati comunali, attori economici, sociali e culturali. Bruno va a ruota libera, orchestra gli interventi. Affida a due video “emozionali”, come si dice adesso, il racconto di dodici mesi intensi, dal Giro d’Italia del centenario alla candidatura di Alghero come Capitale italiana della cultura 2018, mancata per un soffio, dall’inserimento nelle Città creative dell’Unesco, solo rinviata, al progetto di trasformare un sistema turistico-economico stagionale con “Destinazione Alghero”, dove l’accoglienza diventa un’industria e la vitalità del tessuto culturale, enogastronomico, artigianale, industriale, dell’innovazione attraggono flussi in ogni periodo dell’anno.

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Mario Bruno giura fedeltà a Nicola Sanna, sindaco di Sassari. «È un amico, gli suggerirei più coraggio», dice. Poi la sfida. «Nel nuovo assetto istituzionale, Alghero è una città media e avrebbe potuto mettersi a capo dei centri del suo hinterland – spiega – strategicamente abbiamo ritenuto più sensato lavorare all’area metropolitana con Sassari, Porto Torres e gli altri». Perché «con Sassari e Porto Torres bisogna agire come un’unica città – dice il sindaco – con le proprie specificità ma insieme, e la costruzione della destinazione turistica dev’essere il fulcro, noi siamo pronti a fare la nostra parte». La prima battaglia è per i trasporti. Per Bruno «è una priorità assoluta e serve l’impegno di tutti, da Sogeaal alla Regione, dai privati all’opinione pubblica, serve un sistema aeroportuale sardo in cui ogni scalo abbia un suo ruolo». Scuole, strade, opere pubbliche, sistema integrato dell’ospitalità, innovazione, cultura, pianificazione, famiglia, integrazione: tra buone intenzioni e cose fatte, l’elenco è lunghissimo e Mario Bruno lo snocciola con l’aiuto delle assessore Ornella Piras e Gabriella Esposito, del presidente della consulta giovanile, Massimiliano Cadeddu, di Mauro e Filomena Ledda, referenti dell’ufficio Politiche familiari, e di Maurice Herkrath e Bouba Coulibaly, tirocinanti di Architettura, lussemburghese il primo, malese il secondo. Mario Bruno si fermerebbe ai progetti, figli di «una programmazione che ci ha permesso di disporre di 17milioni di euro, all’inizio abbiamo trovato una macchina amministrativa ingessata, le casse vuote e i cassetti dei progetti idem», come dice.

Alla fine Bruno ammette di avere commesso qualche errore. «Quello di sindaco è il compito più bello, ma c’è un carico di responsabilità schiaccianti», premette. «All’inizio ho sbagliato atteggiamento col personale dell’amministrazione e con i cittadini – confessa – a volte vorresti realizzare tutto e subito, ma ci vuole pazienza». Altri errori. «Inizialmente nei rapporti con la Regione sono stato sin troppo tenero, ho aspettato, mi sono fidato – aggiunge Bruno – e anche con le forze politiche ho fatto diverso errori».
 

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