La Nuova Sardegna

Alghero

Otto milioni di euro per aiutare un esercito di 4mila indigenti

di Gian Mario Sias
La sede dei Servizi sociali ad Alghero
La sede dei Servizi sociali ad Alghero

L’assessora ai Servizi sociali Lalla Cavazzuti: «Energie e soldi per dare risposta a tutte le richieste»

19 febbraio 2018
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ALGHERO. Un esercito di quasi 4mila persone cui sono stati erogati servizi per 8 milioni di euro. Vista da via della Resistenza, sede dei Servizi sociali, Alghero vive un’emergenza che rende ancora più complicato programmare e sviluppare politiche di ampio respiro. Perché le energie - personale, soldi, tempo - servono tutti o quasi per far fronte alla continua richiesta di aiuto.

Lalla Cavazzuti, sassarese, quarant’anni nella sanità per poi accettare la sfida di Mario Bruno, non perde la calma. assessora dei Servizi sociali da quattro mesi, ha già fatto un mezzo miracolo: azzerare i ritardi nell’erogazione dei sostegni da ricondurre alla voce “ordinaria amministrazione”. Come? «Anticipando con fondi comunali le risorse provenienti da Stato e Regione, spesso in ritardo», dice l’assessora. Per lei è un atto dovuto. «Parliamo di diversamente abili, di indigenti, di malati - spiega - lavorare in modo che tutti i sostegni vengano erogati senza ritardi è il minimo».

Nel 2017 il Comune ha erogato 7 milioni e 744mila euro, rispondendo a 3mila e 885 domande. Ma la fila delle persone che si rivolgono al Comune è ancora più grossa: oltre 600 istanze non sono state accolte perché mancavano i requisiti. Dalla legge 162 per le disabilità gravi alla 20 a sostegno dei sofferenti mentali, dalle leggi a supporto di nefropatici, trapiantati e talassemici a quelle per l’assistenza domiciliare. E poi ci sono le emergenze economiche, dai contributi per l’affitto a quelli per l’affido familiare. Fino ad arrivare alle 385 domande arrivate a oggi per il Reddito di inclusione: l’amministrazione comunale ha trasferito i faldoni con le richieste all’Inps e ora attende di sapere in quanti potranno godere del sussidio.

Lalla Cavazzuti vuole andare oltre l’emergenza. «Sono qui da novembre, siamo a fine mandato e non ho cinque anni a disposizione - sostiene realisticamente - ma è un tempo sufficiente per fare cose utili, per lavorare alla prospettiva di considerare i servizi sociali al di là della pura assistenza». Un cambio di visuale per cui ci sono tutte le condizioni. «Sul piano sociale Alghero è vivissima, ci sono tantissime associazioni di volontariato e c’è grande coinvolgimento», racconta l’assessora.

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La “tecnica” ha sposato il progetto politico portato avanti sin qui dall’amministrazione Bruno, «che ha caratterizzato la sua azione in senso fortemente sociale e solidale», e ora prova a dargli un orientamento più preciso con l’idea di un patto transgenerazionale «L’assistenza deve essere accompagnata dal sostegno attivo alla famiglia - dice l’assessora - non più intesa come nucleo, ma come catena generazionale, con una continuità che vada dalla prima infanzia al sostegno della terza età, passando per le fasce sociali più esposte e deboli».

Dal sostegno alla maternità alla prevenzione delle violenze, dall’attivazione di uno sportello informativo a un centro diurno per anziani: in mezzo a tante emergenze non mancano le idee e neanche i progetti in atto, come accoglienza, volontariato, edilizia residenziale e lotta alle dipendenze. Ci sarà tempo per raccontare tutto. Per ora, l’ultima riflessione di Lalla Cavazzuti è per la sanità algherese. «Non si può fare a meno del nuovo ospedale, ci sono i fondi ed è previsto dal Piano sanitario regionale», è l’appello di un’addetta ai lavori. «Il sindaco e l’amministrazione vigileranno perché in questa fase progettuale non ci siano ostacoli e lentezze - conclude - e intanto stimoliamo l’attivazione delle specialità previste nel presidio di primo livello di Alghero e Ozieri, a iniziare da Rianimazione, per cui ora ci sono tutte le condizioni».
 

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