La Nuova Sardegna

Alghero

Inchiesta “Stranamore”, è tutto prescritto

Inchiesta “Stranamore”, è tutto prescritto

Il caso dei matrimoni fittizi per ottenere la cittadinanza. Ieri si è chiuso il processo per dodici imputati 

21 febbraio 2018
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ALGHERO. L’operazione dei carabinieri di Alghero aveva tradotto in versione catalana un’indagine condotta su tutto il territorio nazionale, che aveva portato a scoprire in un solo anno più di tremila matrimoni fittizi, tra cittadini extracomunitari e italiani, con profitto per entrambi: gli stranieri ottenevano le carte per entrare e restare nel Paese, gli italiani venivano lautamente compensati pecuniariamente. Scorrendo i documenti recuperati negli uffici comunali, i militari si erano insospettiti e avevano puntato gli occhi in particolare, su alcune coppie che sembravano decisamente “aggiustate” a tavolino con lo stesso scopo con cui certe pratiche avvenivano in diverse altre regioni d’Italia. Dopo aver puntato i riflettori della macchina investigativa su una ventina di matrimoni ritenuti combinati – un po’ come si faceva in passato anche in Sardegna, ma con modalità e accordi ancora meno edificanti – gli inquirenti avevano deciso di avere elementi a sufficienza per incriminare dodici persone. Donne e uomini, tutti nati o residenti ad Alghero, tranne una donna marocchina che all’epoca dei fatti aveva 32 anni e viveva in un paese vicino. A lei era stato attribuito il ruolo di intermediaria tra due giovani spose algheresi e due suoi connazionali. Ogni matrimonio avrebbe dovuto fruttare alle italiane, che in cambio cedevano in dote un bel lasciapassare verso il passaporto italiano, circa 10mila euro. E così era anche per alcuni anziani convinti dai soldi a prendere in mogli donne provenienti dall’Europa dell’est. Tra i dodici c’è un po’ di tutto: mogli e mariti di nazionalità italiana e residenza algherese, donne e uomini di diverse nazionalità individuati come intermediari, giovani e anziani che si erano prestati a fare da testimoni e che, per non dare troppo nell’occhio, in altre “cerimonie” si erano adoperati solo per individuarne altri. Paradossalmente, non erano in elenco i fruitori finali di un servizio di wedding così attivo e ben strutturato: mai nelle indagini è risultato che si fossero adoperati personalmente per scegliersi il coniuge e per promettergli denaro o altre provvigioni in cambio di quel sacrificio. Tutta l’attività di indagine era stata ricondotta sotto il nome di “Operazione Stranamore”. A distanza di oltre dieci anni dagli episodi contestati (tutti i matrimoni risultano celebrati ad Alghero nel 2007) ieri il collegio del tribunale di Sassari, presidente Sergio De Luca, ha dichiarato prescritto il reato contestato agli imputati difesi dagli avvocati Danilo Mattana, Maria Cristina Marras e Maria Angela Casu. Nonostante le testimonianze e i riscontri acquisiti dal pm Mario Leo ieri si sarebbe dovuta riaprire per l’ennesima volta la fase istruttoria. Ma la prescrizione lascia molti dubbi sul fatto che anche ad Alghero si abusasse di un “pratica fraudolenta”, come l’avevano definita i carabinieri, utilizzando lo stato di necessità delle persone coinvolte. (g.m.s.)

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