La Nuova Sardegna

Alghero

Primarie per la scelta del prossimo candidato sindaco

di Gian Mario Sias
Primarie per la scelta del prossimo candidato sindaco

Il Pd avverte Bruno: «Non ripetiamo l’errore di 4 anni fa» Nel frattempo la maggioranza cerca nuovi alleati al centro

13 marzo 2018
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ALGHERO. «Il prossimo candidato sindaco del centrosinistra passerà per le primarie, non ripetiamo l’errore di quattro anni fa». L’iperattivismo del sindaco Mario Bruno, che accelera per assicurarsi un fine mandato stabile e produttivo e crearsi le condizioni per un altro quinquennio alla guida del Comune, non è sfuggito al Pd, che lo avverte tramite Mimmo Pirisi. Il capogruppo del Partito democratico in consiglio comunale è il pontiere che in autunno ha salvato l’amministrazione e si è speso per la pace tra bruniani e dem algheresi. La “colomba” di via Mazzini non ha cambiato idea, ma conserva ancora il ricordo della frattura consumata alla vigilia delle amministrative del 2014. E anche alla luce della debacle democratica delle recenti elezioni politiche, con Alghero ormai considerata una roccaforte grillina, invita Bruno a restituire alla politica il suo primato. «Credo che le primarie lo possano rafforzare, di certo sono l’unico strumento per allargare il campo», spiega Mimmo Pirisi. Un invito, appunto, a rallentare. L’uscita di Pirisi conferma che non sono un mistero le trattative avviate in proprio dal sindaco. D’altronde Bruno fa di tutto per far sapere che sta parlando con le diverse anime della sinistra algherese, dall’ex sindaco Carlo Sechi agli ex parlamentari Elias Vacca e Francesco Carboni, e con i centristi, dall’Upc all’Udc e ai Riformatori: è evidente che vuole portare i partiti ad attivarsi, a discutere di presente e futuro, ma in fretta. Domenica, alla pubblicazione della notizia dell’imminente avvicendamento in giunta di Raimondo Cacciotto, pronto a entrare in consiglio regionale, il telefono di Mario Bruno era rovente. In molti gli hanno chiesto conto dell’ipotesi, per nulla campata in aria, del ritorno di Gianni Cherchi. Il predecessore di Cacciotto alle Opere pubbliche, segretario cittadino dell’Upc, aveva lasciato nel 2016, quando rientrò in giunta e in maggioranza l’Udc. Niente contro lo scudocrociato, ma Cherchi non aveva gradito che Mario Bruno si muovesse con troppa autonomia rispetto alle liturgie della democrazia, che prevedono il coinvolgimento dei partiti e dei suoi organismi. Anche il suo ritorno nell’esecutivo, dunque, dovrebbe seguire lo schema suggerito da Pirisi, secondo cui «è la politica che deve lavorare a un progetto condiviso, più ampio». Dopo la fuga in avanti, anche Mario Bruno in realtà aveva fatto marcia indietro su facebook già da avantieri. «Non c’è alcuna decisione assunta sulla eventuale sostituzione di Cacciotto, non è stato individuato un suo sostituto», è la rassicurazione. Ma segue un «è iniziata una fase di interlocuzione per rafforzare il quadro politico attuale e per la prospettiva». Tradotto: le diplomazie bruniane lavorano per riportare a casa l’Udc. Ma si tratta anche con i Riformatori.

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