La Nuova Sardegna

Alghero

Olio San Giuliano: palmares da record con 250 premi

di Gian Mario Sias
Olio San Giuliano: palmares da record con 250 premi

L’ultimo riconoscimento è l’Extra Gold Medal della Puglia L’azienda di Manca è sempre al top a livello internazionale 

08 aprile 2018
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ALGHERO. Sette riconoscimenti nei primi tre mesi dell’anno per impreziosire una bacheca da record, almeno a livello nazionale: 250 premi in un tutto, senza dimenticare le cinque certificazioni volontarie internazionali di processo conseguite col massimo punteggio. Sono i numeri grazie ai quali il brand “San Giuliano” dell’azienda Domenico Manca di Alghero si conferma al top nell’industria olearia sarda, italiana e mondiale. Il premio più recente è l’Extra Gold Medal, ricevuto in Puglia al concorso internazionale “Biol Prize”, dedicato agli oli extravergini da agricoltura biologica, segmento in cui la Domenico Manca vanta una storia quasi trentennale, essendo stata una delle primissime aziende agricole in Italia a convertirsi, non solo per la coltivazione delle olive da olio ma anche in ambito zootecnico. Ma nel 2018 l’azienda è stata insignita già a “Milano Olio Officina” col premio “Cultura dell’olio” per l’innovazione e l’importante contributo dato al settore olivicolo nazionale. San Giuliano ha incassato anche l’Olio Officina Award nell’ambito del concorso “Le forme dell’olio” con il cuor d’olivo fruttato, la medaglia d’argento al “Biol Novello 2018”, la medaglia d’oro al “Monocultivar Olive Oil Competition per il mono-varietale bosana, le “4 Gocce” sulla “Guida ai Migliori Oli – Bibenda 2018”, la menzione d’onore al concorso “Sirena d’oro” di Sorrento con l’extra Dop Sardegna. Infine, San Giuliano si è distinto anche nella categoria del fruttato medio al concorso “L’Orciolo d’Oro 2018”, nelle Marche. «Il nostro piano di investimenti è il più ambizioso in Sardegna e uno tra i più ragguardevoli in Italia nel settore olivicolo», spiegano i vertici aziendali. «Agli attuali 400 ettari di superficie olivetata l’azienda pianifica di aggiungerne altri 200, per un totale di 600 ettari – aggiungono – a cui si assommano un frantoio a evolute capacità tecnologiche in fatto di molitura di olive da olio e il complesso di imbottigliamento che conta due linee automatizzate e due semiautomatiche». La propensione all’innovazione caratterizza da sempre tutti gli investimenti della San Giuliano sia in campo agricolo che industriale. «Tra i cambiamenti più importanti, c’è la messa a punto di strumenti di misurazione in campo dell’impronta indiretta di CO2 e la pianificazione preventiva di pratiche agronomiche per ridurre le emissioni al minimo», è la nuova scommessa. «A queste si sommano l’applicazione della “blockchain”, l’implementazione di una tracciabilità completa e trasparente a disposizione dei consumatori finali attraverso la sperimentazione di nuove tecnologie QR su alcuni formati e mercati – prosegue l’illustrazione del piano industriale – la produzione di acqua sanitaria di processo attraverso l’utilizzo dello stesso nocciolino prodotto dal frantoio aziendale, i sistemi di etichettatura logistica per la riduzione e l’eliminazione degli errori di “picking” e consegna da magazzino a cliente e l’uso del concentrato di biofenoli, un sottoprodotto della produzione olearia, nella cosmetica».

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