La Nuova Sardegna

Alghero

Per il Tar è legittimo il Pai della discordia

L’opposizione: dopo la modifica è cessata la materia del contendere. Il Comune: perso solo tempo

21 aprile 2018
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ALGHERO. La prima presa d’atto del consiglio comunale sullo studio di compatibilità idraulica e geologica-geotecnica dell’intero territorio di Alghero violò effettivamente le prerogative e le liturgie dell’assemblea civica, ma l’amministrazione Bruno, dato che ha rimediato sottoponendo una seconda volta il Pai al vaglio degli inquilini di via Columbano, se la cava con una tiratina d’orecchie da mille e 800 euro.

È quanto si può desumere dalla sentenza pronunciata due giorni fa dalla seconda sezione del Tar che, dichiarando definitivamente cessata la materia del contendere, ha condannato il Comune al pagamento delle spese processuali. Per il collegio composto dal presidente Francesco Scano e dai consiglieri Marco Lensi e Grazia Flaim, Porta Terra deve pagare perché è stata lei, e non i ricorrenti, a provocare il contenzioso: da parte del Tar è un chiaro riconoscimento dell’errore commesso in fase di convocazione e di gestione dei lavori assembleari. «Le spese debbono essere poste a carico dell’amministrazione, che ha dato causa alla lite», scrivono i giudici.

Sul piano pratico non cambia niente, dato che nel frattempo il Comune è già corso ai ripari, ma sul piano politico la sottolineatura della giustizia amministrativa rafforza la protesta delle opposizioni, che hanno denunciato di ritenere che «questa amministrazione ha poco rispetto e scarsa tutela delle prerogative e dei diritti dei consiglieri comunali».

A rivolgersi al Tar erano stati i consiglieri Monica Piera Pulina, Maria Grazia Salaris, Michele Pais, Nunzio Camerada e Maurizio Pirisi, il 5 aprile hanno depositato un’istanza per chiedere la cessazione della materia del contendere. «Con delibera del 12 marzo, il consiglio comunale ha nuovamente preso atto dello studio, rispettando questa volta i termini stabiliti dalle norme statutarie e regolamentari nella trasmissione della documentazione allegata allo studio», è la lettura data dal Tar. Di conseguenza, i ricorrenti hanno chiesto che la questione finisse lì «per essere il provvedimento del 13 marzo satisfattivo delle pretese azionate con il ricorso». Per l’opposizione, «l’amministrazione Bruno ha fatto quello che dieci consiglieri di opposizione le hanno chiesto, il Pai non è stato annullato grazie a quel ricorso che ha costretto l’amministrazione a correre ai ripari e convocare un’altra seduta consiliare». Ma per il Comune «il ricorso che ne chiedeva l’annullamento, presentato da dieci consiglieri comunali di opposizione, ha costretto l’amministrazione e il consiglio a una perdita di tempo e di risorse». (g.m.s.)

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