La Nuova Sardegna

Alghero

Restyling per il mercato ma il futuro è incerto

di Gian Mario Sias
Restyling per il mercato ma il futuro è incerto

A novembre partono i lavori di riqualificazione della struttura di via Cagliari Commercianti divisi sulla prossima sistemazione degli spazi di vendita

22 maggio 2018
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ALGHERO. Il prossimo novembre il mercato civico di via Cagliari chiuderà i battenti per sottoporsi a un profondo restyling strutturale. L’hanno annunciato agli operatori della struttura l’assessora delle Attività produttive, Ornella Piras, e il dirigente competente, Guido Calzia. Poche sere fa Piras e Calzia hanno incontrato i commercianti all’interno della struttura per avviare un percorso condiviso che riguardi non solo il periodo transitorio che andrà dall’inizio alla fine dei lavori, ma che interessi anche il futuro. Da quando ha assunto i gradi di assessora, Ornella Piras non si è mai sottratta al confronto e ha sempre cercato di arrivare a soluzioni condivise con gli operatori dei diversi settori produttivi di Alghero. Vale anche per il mercato civico, ovviamente, ma è evidente che la partita è molto più complessa perché si fonda su due diverse visioni della gestione degli spazi. Già perché gli spazi in teoria sono due, quello dove oggi si trovano tutti gli operatori, dalla carne al pane, dall’ortofrutta al pesce, e quello che un tempo era riservato alla frutta e alla verdura, che oggi ospita solo eventi, incontri, mostre, laboratori e sagre. «Vogliamo certezze, devono farci vedere un progetto e farci capire cosa vogliono fare di questa area, solo dopo sarà possibile intavolare un confronto sul futuro immediato e su quello più lontano», dicono in coro gli operatori. Se non è l’unico punto su cui sono tutti d’accordo, poco ci manca: per il resto la notizia che a breve il mercato chiuderà ha riaperto il dibattito e ha fatto emergere le profonde divergenze anche tra persone che quotidianamente lavorano fianco a fianco, o faccia a faccia. «Vogliamo tornarcene subito al vecchio mercato, altro che aspettare novembre», dice Donatella Morittu. Insieme a sua sorella Raffaella e a Gavina Mulas sono tra le più agguerrite sostenitrici del fatto che «anche questa doveva essere una sistemazione provvisoria, invece siamo qua da troppo tempo», dicono le tre “pasionarie” del settore ortofrutta. «Prima ci dicevano che era inagibile, ma dato che è sempre a disposizione per eventi e manifestazioni, le lascino fare a noi, che siamo stati i primi», chiedono. Ma tra i pomodori, le zucchine e i primi frutti di stagione, non sono tutti d’accordo. «Io sono dell’idea che sia molto meglio un mercato dove c’è un po’ di tutto, dalla frutta alla carne e al pesce», dice Giovanni Zappino. Gli fa eco Anna Maria Daprea. «Giusto che questo mercato venga rimesso in sesta e si ridisegnino gli spazi in funzione delle esigenze di ciascuno – dice – ma questa soluzione, una volta che i lavori saranno finiti, è decisamente la migliore». Il decano del mercato vende pesce e prodotti ittici. «Son qui da 65 anni, il mercato vuole messo a posto, inutile stare a fare pronostici, prima ci dicano solo che intenzioni hanno, se devono spendere solo per quest’area e fare un certo tipo di intervento o se i soldi serviranno anche per il mercato vecchio», dice Giovanni Serra. Ma c’è anche chi non è disposto ad aspettare. «Se davvero succede, io chiudo tutto, me ne vado in pensione, non ho proprio niente da aspettare», taglia corto Paolo Rotondo. «Non c’è più niente – chiude – non ne vale la pena di aspettare». Salvatore Manca resta prudente. «Dipende da quanto c’è, perché non è un lavoro da poco», dice. Spazi, fognature, pavimenti. «Quanto al futuro, dico che qua ci stiamo tutti – dice – dovremmo ragionare con chi deve progettare su come vorremmo noi gli spazi».

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