La Nuova Sardegna

Alghero

Manca il sensore salvavita diabetica denuncia l’Ats

di Gian Mario Sias
Manca il sensore salvavita diabetica denuncia l’Ats

Maria Verdina Dinapoli da mesi aveva chiesto la sostituzione dell’apparecchio. L’impianto sottocutaneo serve per monitorare il livello della glicemia

20 giugno 2018
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ALGHERO. «Quella macchinetta è il mio salvavita, senza sono una donna morta, da quando non ce l’ho più non riesco neanche più a dormire, tanta è la preoccupazione per quel che mi potrebbe succedere». Maria Verdina Dinapoli è algherese, ha 63 anni ed è diabetica. Le capita di esser vittima di crisi ipoglicemiche acute, e di non percepirne l’arrivo. Fino a qualche mese fa si gestiva grazie al monitoraggio continuo effettuato attraverso l’Eversense, un macchinario che le era stato messo a disposizione dal sistema sanitario. Solo che quell’apparecchio ha una scadenza, e quando quella data è arrivata la donna si è ritrovata in balia dei suoi cali di zuccheri. Sola o quasi: per almeno un paio di volte si è salvata grazie alla prontezza dei suoi familiari. Tutto perché la macchinetta nuova non c’è. Maria Verdina Dinapoli ha chiesto e richiesto che la situazione venisse risolta, ma niente. E alla fine, esasperata, nei giorni scorsi si è rivolta alla Procura della Repubblica di Sassari. A riferirlo, con il piglio battagliero e risoluto e la voce di chi non ha alcuna intenzione di fermarsi qui, è proprio lei, la diretta interessata. Due giorni fa la donna ha scritto al presidente della Regione, Francesco Pigliaru, all’assessore regionale della Sanità, Luigi Arru, e al direttore generale dell’Ats Sardegna, Fulvio Moirano. «Intendo comunicarvi che ho provveduto a inviare al procuratore di Sassari un esposto-denuncia per il mancato acquisto del sensore Eversense e della pompa peritoneale Diaport», annuncia Dinapoli. «Vi ho sollecitato più volte, ma senza riscontro, finché qualche giorno fa, come prevedibile, la durata dell’apparecchio è scaduta e ora mi trovo nella situazione di non poter controllare in continuo la glicemia», precisa lei, per la quale «è una cosa molto grave, visto che non avverto le ipoglicemie». Tanto che pochi giorni fa «ho avuto un’ipoglicemia molto severa, che mi ha creato diversi problemi – denuncia – e ho evitato il coma, come già avvenuto in un’altra occasione in cui l’ho scampata solo grazie alla prontezza dei miei familiari». Una situazione che la fa arrabbiare. «Mai mi sarei aspettata di trovarmi in una situazione simile anche per le negligenze di chi dovrebbe garantire la nostra salute», dice chiaro e tondo. Maria Verdina Dinapoli auspica che «quanto prima possiate risolvere questa situazione, che minaccia seriamente la mia vita e quella di chi si trova nella mia situazione», sottolinea prima di sfogarsi. «La realtà in cui noi viviamo vi è sconosciuta, come è sconosciuto il disagio che affrontiamo ogni giorno», è la dichiarazione amarissima. L’ultimo augurio è che «chi deve tutelarci prenda atto della realtà in cui stiamo vivendo, senza dover ricorrere alla Procura per difendere il diritto alla salute». Per fortuna giusto ieri sera è arrivata una buona notizia, ma solo a metà. «Il responsabile della diabetologia di Olbia è stato autorizzato all’intervento per la pompa peritoneale, ma dato il caldo non se ne parla prima di settembre – dice la protagonista della vicenda – ma sull’Eversense continuano a non esserci risposte». L’apparecchio va inserito sottocute e attraverso un trasmettitore esterno manda al cellulare dei dati che consentono di tenere monitorata la situazione in casi come quello della signora Dinapoli. «Senza sono scoperta, e per paura di non accorgermi di quel che può succedermi non sto dormendo».

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