La Nuova Sardegna

Alghero

Pesca all’aragosta: «Dateci i permessi per settembre»

Gianni Olandi
Pesca all’aragosta: «Dateci i permessi per settembre»

Appello dei pescatori alla Regione: «A tenerci fermi ci ha pensato il maltempo». Le altre emergenze del comparto sono le reti a strascico, i sub abusivi e i delfini

10 luglio 2018
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ALGHERO. La marineria del nord Sardegna non cambia idea e non molla la presa: fermo biologico della pesca dell’aragosta non può scattare il 31 agosto, con la Sardegna ancora piena di turisti. E così, anche se “solo” agli inizi di luglio, i pescatori tornano alla carica con l’assessorato regionale all’Agricoltura. I problemi anche quest’anno non mancano, a cominciare dal maltempo. Dall’inizio della attività di pesca del crostaceo, dal 1 marzo, a causa delle condizioni meteo avvverse gli addetti hanno tenuto a terra le proprie imbarcazioni per un numero di giornate mai registrato in passato, come testimoniano i giornali di bordo aggiornati regolarmente in capitaneria .

Una situazione che ha di fatto prolungato il “fermo” e comunque ridotto in modo vistoso le giornate di lavoro delle imprese della piccola pesca. Tra le realtà più impegnate nella sensibilizzazione dei vertici regionali competenti, c’è il Consorzio Banchina Millelire di Alghero, una settantina di soci aderenti, presieduto da Giovanni Delrio.

«Noi – afferma – in una visione più generale del problema della pesca dell’aragosta, abbiamo chiesto che la normativa regionale sia adeguata a quella nazionale. Per fare un esempio: la marineria siciliana pesca fino a tutto dicembre. Ma rendendoci conto che questa richiesta molto difficilmente potrà essere accolta, abbiamo segnalato che un mese di proroga, quindi per tutto settembre, potrebbe rappresentare per la categoria, soprattutto quella del nord ovest Sardegna, più esposta agli agenti atmosferici, un parziale recupero di una stagione decisamente negativa».

Tra l’altro il fermo dell’aragosta pescata nel golfo, considerata una autentica eccellenza per gusto e qualità grazie allo stato di salute delle acque e alla presenza delle praterie di posidonia, tra le più estese del Mediterraneo, avviene quando il fenomeno turistico è in piena evoluzione, il mese di settembre, e quindi la domanda di prodotto è ancora forte soprattutto nel segmento della ristorazione. Quindi una evidente conseguenza economica negativa per il comparto della piccola pesca.

Se la regina della tavola è in questo momento la punte dell’iceberg delle richieste alla Regione, non va trascurato che da queste parti sono state presentate anche altre istanzeper sostenere in qualche modo un settore che, in queste condizioni, sembra destinato all’invecchiamento degli addetti per il mancato rinnovo generazionale. «Abbiamo segnalato – evidenzia ancora Giovanni Delrio – le difficoltà che incontriamo a causa della pesca a strascico che ormai arriva fino al sottocosta, dei frequenti episodi di abusivismo legati alle attività dei sub, dei danni sempre più consistenti alle nostre reti provocati dai delfini la cui presenza è aumentata negli ultimi tempi».

Una dettagliata relazione, una sorta di nuovo appello, è stata affidata recentemente al consigliere regionale Raimondo Cacciotto i cui contenuti sarebbero stati condivisi dal presente della commissione agricoltura, Luigi Lotto.

Il documento dovrebbe essere sottoposto nei prossimi giorni all’assessore Pier Luigi Caria, il quale, peraltro, è già a conoscenza delle problematiche in discussione avendo incontrato più volte le delegazioni dei pescatrori della costa a Nord Ovest della Sardegna.



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