La Nuova Sardegna

Alghero

Abbanoa, ad Alghero ritorna l’incubo delle “bollette pazze”

di Gian Mario Sias
Abbanoa, ad Alghero ritorna l’incubo delle “bollette pazze”

Recapitate in un condominio richieste di pagamento per 1800 euro. L’ente di gestione conferma il consumo anomalo, dovuto a perdite occulte

15 settembre 2018
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ALGHERO. Ad Alghero torna l’incubo “bollette pazze” a opera di Abbanoa. Rispetto alla pioggia di fatturazioni forfettarie che tra la fine del 2012 e l’inizio del 2013 fece infuriare centinaia di cittadini, il valore medio dei pagamenti richiesti dalla società che gestisce i servizi idrici in Sardegna è praticamente triplicato: dai 600 euro mediamente pagati allora tra mille polemiche, si è passati a “botte” da mille e 800 euro pro capite da versare per il periodo compreso tra il 2012 e il 2018 inclusi. Arrivate in un’unica soluzione e motivate con perdite occulte e altri consumi anomali, per ora le bollette contestate con certezza sono otto, tante quanti i condòmini di via Marconi 21.

«Ma l’amministratore condominiale, cui ho chiesto conto, mi ha detto che situazioni analoghe si stanno verificando anche in altri palazzi, per cui il timore è che ci risiamo», avverte Giuseppe Satta, che da solo e senza alcun timore reverenziale decide di sfidare a mezzo stampa la società dell’acqua. Anche perché lui con Abbanoa ha un conto aperto.

«Nel 2013, dopo aver ricevuto una fattura da 650 euro, ho pagato – ricorda – e poi ho presentato due reclami, ma nessuno mi ha mai risposto». Giuseppe Satta ha già chiesto conto di questa bolletta che copre sei anni di consumi e si è sentito dire che c’è una perdita occulta e che risulta difformità dei consumi tra quanto conteggiato dai contatori di ogni abitazione e quel che risulta consumato a valle della cisterna condominiale. «In sostanza stiamo pagando per una perdita sotterranea», è la sua amara considerazione. «Io non metto in discussione che la perdita ci sia stata – prosegue – ma mi chiedo per quale motivo Abbanoa, contravvenendo tra l’altro alla sua carta dei servizi, fatturi solo dopo sei anni, impedendoci di fatto di intervenire tempestivamente per evitare sprechi e costi salatissimi». Una richiesta di chiarimenti più che ragionevole, che potrebbe presto trasformarsi in una class action o in un’azione legale. «Se si fatturasse regolarmente, ogni due mesi, tutti sarebbero messi nelle condizioni di accertarsi per tempo di eventuali anomalie, ma così siamo assolutamente disarmati e siamo costretti ad affrontare una spesa senza alcun senso», insiste. «Se per sei anni Abbanoa, che ha gli strumenti, non mi dice nulla sui consumi anomali, non sono messo nelle condizioni di intervenire – protesta – e questo non esiste, è uno stillicidio». In fondo la richiesta è ragionevole.

«Di fronte a un problema che genera consumi abnormi voglio solo essere messo nelle condizioni di correre ai ripari – conclude – e di non essere vessato con richieste che possono anche mettere in difficoltà alcuni utenti, perché togliere fuori tutti quei soldi all’improvviso può oggettivamente essere un problema». Abbanoa conferma sostanzialmente l’origine del problema. «Su questa utenza c’erano degli errori nella banca dati fornita dal precedente gestore del servizio idrico ad Alghero, che abbiamo dovuto bonificare», è la spiegazione fornita dall’ufficio stampa. «Si tratta di un condominio con cosiddetto servizio di riparto – prosegue – in pratica c’è un contatore generale per tutto il condominio e otto contatori singoli per ogni appartamento, e i dati non tornavano».

Nello specifico, «c’era una differenza di oltre 3mila metri cubi tra la somma dei singoli contatori e quanto segnava il contatore generale», rivela Abbanoa. «Si è scoperto che c’era una dispersione all’interno del condominio», è la conferma. «Il servizio di riparto prevede che la differenza venga divisa tra tutti gli inquilini ed equamente fatturata – conclude – solo una volta risolto questo problema, è stato possibile procedere alla fatturazione».
 

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