botta e risposta
Il sindaco respinge le accuse: «È un errore che risale al 2009»
ALGHERO. Nella vicenda giudiziaria dell’immobile del Lungomare Dante, il Comune di Alghero si è costituito in giudizio contestando il ricorso dell’Agua de Mar sostenendo che il rapporto tra le parti...
30 settembre 2018
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ALGHERO. Nella vicenda giudiziaria dell’immobile del Lungomare Dante, il Comune di Alghero si è costituito in giudizio contestando il ricorso dell’Agua de Mar sostenendo che il rapporto tra le parti dovesse essere qualificato come concessione e aggiungendo che gli esercenti erano gravemente morosi nel versamento dei canoni e debitori di circa centomila euro. «Come al solito il consigliere leghista Pais butta nella politica più becera anche una questione squisitamente amministrativa – si legge nella nota del sindaco Mario Bruno – Il contratto originario con i privati per quel locale risale agli anni 2009 quando l’assessore di riferimento era proprio Michele Pais che qualificava il rapporto come concessione di un bene patrimoniale indisponibile. In base a questo presupposto e al mancato pagamento dei canoni dovuti per oltre 100mila euro – prosegue nella sua dichiarazione il primo cittadino – gli uffici comunali competenti si sono attivati per il rilascio immediato dell’immobile. Il giudice, ritenendo l’immobile a destinazione commerciale, si è limitato a evidenziare che si tratta di una locazione commerciale, non di una concessione come invece aveva ritenuto il Comune, sbagliando evidentemente fin dall’origine, e che il contratto risulta comunque scaduto».
«Di fatto – prosegue – chiarita la natura del contratto, rimane ferma la correttezza del comportamento del Comune nell’attivare le procedure per lo sfratto nei confronti del locatario scaduto e peraltro inadempiente ai suoi obblighi. In tal senso il Comune si è già attivato mediante la propria avvocatura per procedere allo sfratto per finita locazione e per morosità. Che altro avrebbe potuto o dovuto fare? Se qualcuno ha sbagliato l’origine è lì, nel 2009». (e.p.)
«Di fatto – prosegue – chiarita la natura del contratto, rimane ferma la correttezza del comportamento del Comune nell’attivare le procedure per lo sfratto nei confronti del locatario scaduto e peraltro inadempiente ai suoi obblighi. In tal senso il Comune si è già attivato mediante la propria avvocatura per procedere allo sfratto per finita locazione e per morosità. Che altro avrebbe potuto o dovuto fare? Se qualcuno ha sbagliato l’origine è lì, nel 2009». (e.p.)