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Protestano le famiglie: «L’ostello inadatto a ospitare i nostri cari»

Protestano le famiglie: «L’ostello inadatto a ospitare i nostri cari»

Mentre la politica si divide sul futuro del Cra, i congiunti degli anziani ricoverati elencano le criticità della struttura

12 ottobre 2018
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ALGHERO. La politica algherese si incarta sul futuro del Centro residenziale per anziani. Oggi la scelta definitiva – mettere in sicurezza, ristrutturare ex novo, costruire una nuova casa di riposo – sarà presa da una minoranza di consiglieri comunali. In mancanza dei numeri per far valere le proprie ragioni, la coalizione che sostiene l’amministrazione Bruno ricorrerà al alla seconda convocazione per aggirare l’ostacolo del numero legale. Ieri mattina alcune forze di centrodestra hanno manifestato di fronte al Cra, in viale della Resistenza. Ieri pomeriggio i suoi rappresentanti in consiglio comunale hanno risposto all’appello del segretario generale, ma in aula c’erano solo loro, il sindaco Mario Bruno e Mimmo Pirisi, capogruppo del Pd. Niente numero legale, seduta rinviata a oggi. Poco prima in commissione si è continuato a discutere si cosa sia più opportuno: spendere 3milioni per mettere a posto una struttura obsoleta, spenderne 9 per ristrutturarla in modo significativo, spenderne 8 – dei quali solo 5 sarebbero garantiti dalla Regione attraverso gli stanziamenti per la Rete metropolitana, ma con il vincolo di finire e rendicontare entro tre anni – per fare il nuovo Centro residenziale per anziani a Fertilia, accanto all’ostello? La minoranza vuole mantenere il Cra a Calabona, la maggioranza no ma non è unita. Tutti pensano al futuro, ma non i parenti degli oltre settanta anziani che al momento alloggiano all’ostello di Fertilia. Loro sono molto più preoccupati per il presente. E sono molto arrabbiati. «Non sta funzionando niente, manca tutto, i bagni non sono idonei, non ci sono attrezzature adatte, non è una struttura adeguata, mentre qua c’è tutto», lamentano davanti ai cancelli di viale della Resistenza. I problemi sono amplificati per chi non è autosufficiente, ma riguardano un po’ tutti. «Mancano i bidet, ci hanno chiesto di comprare noi dei cassetti da mettere negli armadi, lo spazio da usare come guardaroba è molto limitato», prosegue l’elenco delle doglianze. Ma è niente. «Sono costretti a stare in sei per ogni stanza, è davvero un disagio, in tanti si stanno ammalando», protestano. Per non parlare del fatto che «per andare dalle camere da letto alla sala pranzo devono passare dall’esterno, dal giardino, quando piove vengono impacchettati col cellophane, ma il personale, costretto a operare in situazioni estreme, ha già detto che durante l’inverno non sarà possibile fare così, che in caso di cattive condizioni climatiche gli anziani mangeranno nelle loro stanze», rivelano.

«Ma che senso ha stare in un centro per anziani se manca del tutto la fase della socializzazione e la dimensione comunitaria?», chiedono prima di lanciare un appello. «Se esiste la possibilità di ristrutturare questo stabile, perché non farlo?». (g.m.s.)

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