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Alghero, Legambiente: «La posidonia protegge gli arenili»

Alghero, Legambiente: «La posidonia protegge gli arenili»

Il presidente dell’associazione difende la legge regionale, ma ogni spiaggia ha il suo equilibrio

16 ottobre 2018
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ALGHERO. «La normativa regionale sul trattamento della posidonia spiaggiata è, in linea di principio, corretta». Lo sostiene il presidente di Legambiente Alghero, Roberto Barbieri, riferendosi alla procedura di trasferimento delle alghe: all’inizio della stagione estiva vengono rimosse le foglie per accumularle nei siti scelti per lo stoccaggio, e a fine estate i concessionari balneari le devono rimettere esattamente nel posto dove erano state prelevate.

«Ma mentre la normativa è una, e vale per tutte le spiagge sarde – prosegue Barbieri –, la realtà del mare varia da luogo a luogo, ogni spiaggia fa storia a se, ha cioè un suo particolare equilibrio dovuto alle correnti, all’esposizione, ai venti dominanti e a tanti altri fattori».

Intanto la vera protezione delle spiagge si trova sotto la superficie dell’acqua: sui fondali sabbiosi antistanti gli arenili giocano un ruolo determinante proprio le distese di posidonia, sono le piante vive, sul fondo marino, che garantiscono la miglior difesa dall’azione erosiva del mare sulla costa. «Queste distese verdi andrebbero curate con molta attenzione dall’uomo – sostiene il presidente di Legambiente – e protette dall’inquinamento e dagli ancoraggi».

Quest’anno il solo Lido Novelli ha movimentato 7000 metri quadrati di foglie. «Su questo le disposizioni regionali sono lacunose. Se le foglie venissero messe sulla parte alta della spiaggia non proteggerebbero dalle onde. Se dovessero essere accumulate solo lungo la linea di battigia formerebbero una sorta di muraglia vegetale alta vari metri. E una movimentazione inutile se venissero riposte in mare davanti alla battigia. Inoltre il materiale prelevato dalla zona di San Giovanni ha accumulato nel frattempo anche gli inquinanti usciti dai due scarichi presenti (problema mai risolto e annualmente segnalato dalle analisi di Goletta Verde). I volontari di Legambiente, che a fine settembre hanno pulito i fondali davanti a San Giovanni, hanno trovato di tutto, compreso un intero pontile affondato di metallo, plastica e gomma». Da segnalare che sempre nel sito di San Giovanni i Carabinieri del Noe hanno sottoposto ad analisi alcuni campionamenti di alghe. (g.o.)



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