La Nuova Sardegna

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Posidonia strappata via dai marosi

Posidonia strappata via dai marosi

La mareggiata ha portato in spiaggia spugne, ricci e nacchere 

04 novembre 2018
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ALGHERO. L’eccezionale ondata di maltempo che ha investito la Riviera del Corallo ha provocato danni soprattutto in mare. La tesi è sostenuta da Roberto Barbieri, presidente di Legambiente, secondo il quale l’evento ha mostrato tutta la fragilità delle spiagge nella rada di Alghero e la totale mancanza di un piano di gestione della fascia costiera.

Esposta alle tempeste marine provenienti da sud e sud-ovest, nella rada la zona più vulnerabile è il tratto di litorale che dal camping Mariposa arriva fino all’altro camping prima di Fertilia. «Il motivo è facilmente comprensibile se si guarda una foto aerea – evidenzia Barbieri –. Negli anni 70 vennero posizionate nove barriere frangiflutti a protezione del Lido ma dove le barriere mancano, si è avviato un forte processo erosivo. È perciò urgente valutare un piano di intervento che preveda il posizionamento di altre barriere (anche sommerse) che proteggano l’intera rada». Secondo l'ambientalista «il processo erosivo ha superato il punto di non ritorno: la mareggiata ha accumulato su tutto il litorale non solo quantità enormi di plastica, ma anche migliaia e migliaia di piante vive di posidonia».

Le onde hanno smantellato ampie aree della prateria presente al largo della spiaggia che rappresenta la vera ed efficace protezione naturale all’erosione costiera. «E insieme a tante giovani piante verdi di posidonia, sono arrivate in spiaggia anche spugne, ricci, nacchere e tante alghe verdi a forma di pallone sgonfio (soprattutto del genere Codium). Si è spiaggiato cioè l’intero habitat associato alla prateria di posidonia». A giudizio di Barbieri «l’erosione ha avuto la meglio perché i fondali sono ù indeboliti dagli ancoraggi selvaggi, dall’inquinamento, dai reflui del Calich e dalla mancanza di un piano di gestione . Eppure queste piante sono talmente importanti da essere tutelate dalle norme europee».

Legambiente propone di seguire l’esempio del Comune di Stintino, che è pronto a smantellare la strada presso la Pelosa per salvare la spiaggia. “ Alghero dovrebbe fare lo stesso sul tratto tra la casa Segni e l’ex palacongressi per restituire quella superficie alla spiaggia. Il mare non fa sconti, e prima o poi si riprende quello che è suo». (g.o.)

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