La Nuova Sardegna

Alghero

Alghero, assolti dopo 27 anni: lo Stato dovrà risarcirli

Nadia Cossu
Alghero, assolti dopo 27 anni: lo Stato dovrà risarcirli

Quindici imputati erano stati indagati nel 1991 per traffico di eroina e cocaina. La corte d’appello ha accolto il ricorso per l’irragionevole durata del processo

14 novembre 2018
2 MINUTI DI LETTURA





ALGHERO. Ventisette anni per definire un processo che si è chiuso a marzo del 2018 con una sentenza di assoluzione passata in giudicato. Ventisette anni (l’inchiesta era cominciata nel 1991) nei quali quindici imputati (alcuni erano stati anche arrestati) hanno atteso che la loro posizione giudiziaria venisse finalmente chiarita.

Ventisette anni sono davvero troppi, in giurisprudenza un lasso di tempo così ampio si chiama “irragionevole durata del processo” e la legge dà diritto – nel caso in cui si sia subìto un danno patrimoniale o non patrimoniale – di richiedere allo Stato “un’equa riparazione”. Così hanno fatto gli avvocati Gabriele Satta, Franco Luigi Satta e Paola Milia che (come difensori di quattro imputati) hanno presentato ricorso, la corte d’appello lo ha accolto e hanno già ottenuto l’emissione del decreto ingiuntivo di pagamento. Il Ministero dovrà risarcire una determinata somma per ogni anno successivo ai tre canonici che la legge indica come periodo “ragionevole” di durata di un giudizio di primo grado.

La storia. Ad aprile del 2010 – ossia a distanza di diciannove anni dall’iscrizione della notizia di reato – veniva notificato a 15 imputati (per otto l’accusa era di aver promosso, diretto e organizzato un’associazione per delinquere finalizzata al traffico di droga) l’avviso di conclusione delle indagini preliminari, a ottobre dello stesso anno si celebrava l’udienza preliminare e a luglio del 2011 il gup emetteva il decreto di rinvio a giudizio. C’erano voluti vent’anni per trascinare alla sbarra quella che era ritenuta dalla Procura la presunta banda della cocaina della Riviera del Corallo. A ottobre del 2017, il tribunale di Sassari in composizione collegiale emetteva una sentenza di assoluzione con la formula “perché il fatto non sussiste”. E il 31 marzo del 2018 la sentenza è diventata irrevocabile. Ora, di fronte alla decisione della corte d’appello, il Ministero potrebbe opporsi o risarcire. Il passo successivo degli avvocati difensori sarà quello di una causa per ingiusta detenzione.

La sentenza di assoluzione ha interessato gli imputati Giovanni Galena (65 anni), Mario Scarpa (67 anni), Giovanni Lorenzo Budruni (63 anni), Salvatore Budruni (65 anni), Gervasio Madeddu (64 anni), Giuseppe Ballone (61 anni), Enrico Madeddu (66 anni), Antonio Martiri (65 anni), Giovanni Chessa (58 anni), tutti algheresi. E ancora Ezio Tontini (64 anni), Lorella Giovanelli (60 anni), Marcello Addazio (57 anni), Massimo D'Onofrio (55 anni), tutti romani. E poi Massimo Bianco (62 anni di Monte Porzio) e Corrado Mirabella (60 anni di Roma). Il pronunciamento della corte d’appello al momento c’è già stato per Salvatore Budruni, Giuseppe Ballone, Gervasio Madeddu e Antonio Martiri.

La classifica

Parlamentari “assenteisti”, nella top 15 ci sono i sardi Meloni, Licheri e Cappellacci

di Salvatore Santoni
Le nostre iniziative