La Nuova Sardegna

Alghero

Alghero, bracconieri del mare sotto accusa: spariti i ricci dalle aree costiere

Gianni Olandi
Alghero, bracconieri del mare sotto accusa: spariti i ricci dalle aree costiere

La denuncia dei pescatori dopo le prime uscite, troppe le incursioni non autorizzate

20 novembre 2018
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ALGHERO. Si avvia male la stagione della pesca del riccio di mare. Cominciata dal 15 di novembre la caccia allo spinoso ma prelibato frutto di mare ha registrato nei primi giorni di cattura una sconcertante novità: manca il prodotto.

Una conferma in tal senso giunge da due pescatori professionisti algheresi, Antonello Puledda e Antonio Urgias, i quali raccontano che soprattutto sotto costa non ci sono ricci. «Abbiamo notato che a differenza del passato, quando riapriva la pesca dopo il lungo fermo biologico, quest’anno i ricci scarseggiano, non registriamo le quantità del passato e il problema si verifica soprattutto nei luoghi abitualmente frequentati dai pescatori: nei punti a ridosso della fascia costiera dove il prodotto era sempre presente con quantitativi che riempivano le ceste. Quest’anno c’è poca roba». Va detto che le condizioni meteo marine non solo quelle ideali per praticare la pesca del riccio ma i primi elementi raccolti dai pescatori lasciano spazio per intravedere un consistente impoverimento della popolazione di ricci. «È possibile – aggiungono i due pescatori – che la situazione sia diversa in fondali oltre i 20 metri ma il segnale che giunge dal sottocosta lascia intendere che anche in quei siti non sarà molto diversa».

I pescatori di ricci in Sardegna con licenza professionale rilasciata dalla Regione sono 180, gran parte nel sud dell’Isola e su Cagliari in particolare. Ad Alghero sono poco più di una dozzina. Alla luce delle indicazioni che giungono direttamente dalla marineria locale è quasi scontato fare riferimento al fenomeno di bracconaggio che ha interessato l’estate scorsa il golfo algherese e in particolare le aree sottocosta. La Guardia di finanza ha individuato 5 bracconieri, tutti di origine campana, che si erano organizzati in città, affittando un appartamento, dove, nei frigoriferi, venivano custoditi i vasetti contenente polpa di riccio. Una attività che avveniva durante il fermo biologico. Le fiamme gialle hanno recuperato 111 vasetti per complessivi 31 chili di polpa per ottenere i quali è stato necessario catturare oltre 25 mila ricci. Se questo tipo di operazione di bracconaggio, prima dell'intervento della Guardia di Finanza è stata messa a segno più volte, come è facile prevedere, l’impoverimento della popolazione del “bogamarì” nel golfo catalano appare ampiamente giustificato. Si sono dunque create le condizioni per un vero e proprio disastro ambientale che colpisce uno dei prodotti simbolo del mare di Alghero. Prodotto che è inserito in un meccanismo anche di tipo economico in quanto la polpa di riccio è considerata una delle eccellenze della gastronomia algherese soprattutto per i primi piatti, a cominciare proprio dalle linguine ai ricci di mare. La mancanza del prodotto crea una serie di ricadute negative che oltre a coinvolgere i pescatori, per i quali la pesca del riccio nel periodo invernale ha sempre rappresentato una opportunità di lavoro per mandare avanti le famiglie, interessa anche il settore della ristorazione locale. Il fenomeno del bracconaggio, oltre che dalla guardia di finanza che ha individuato i bracconieri, è seguito con particolare attenzione anche dagli uomini del Corpo Forestale di stanza in città.


 

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