La Nuova Sardegna

Alghero

Ridotto in cenere all’alba il chiosco “La conchiglia”

Gian Mario Sias
Ridotto in cenere all’alba il chiosco “La conchiglia”

Lo storico locale sulla spiaggia di Maria Pia è stato devastato da un incendio. L’allarme è stato dato da alcuni passanti. Indagini dei carabinieri

05 dicembre 2018
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ALGHERO. Tra tutti gli stabilimenti balneari e punti di ristoro del lungomare urbano era uno dei più conosciuti. Un locale storico, uno dei riferimenti per gli amanti della Riviera del corallo, tanto da identificare col suo nome una zona più ampia di litorale, nella prima parte della pineta di Maria Pia, nei paraggi dell’ospedale marino e di fronte al liceo artistico di viale I maggio. Da ieri mattina al suo posto è rimasto solo un cumulo di macerie fumanti. “La conchiglia” non c’è più. Distrutta da un rogo devastante, divampato all’improvviso ieri mattina. Tra tutto quel legno le fiamme hanno avuto vita facile, i vigili del fuoco di Alghero un po’ meno: per domare l’incendio ci hanno messo diverse ore, costretti a tornare anche ieri pomeriggio in spiaggia, allertati dal fumo che aveva ripreso a sbucare dai resti del chiosco. Insieme ai pompieri, sul posto sono arrivati i carabinieri della compagnia di Alghero.

La caserma è a due passi, ma nonostante il loro intervento sia stato tempestivo, gli autori dell’attentato erano già scappati. Sì, perché l’ipotesi più accreditata, sebbene non si escluda niente, è che la fine della “Conchiglia” non sia un incidente. Poco più tardi delle sei, quando ancora non aveva albeggiato, qualcuno dei tanti algheresi che a quell’ora animano il lungomare e lo trasformano in una pista di atletica a cielo aperto si è accorto delle fiamme e del fumo alto. Ha dato l’allarme, i mezzi per lo spegnimento si sono fiondati sul posto, ma non hanno potuto far altro che far riemergere dalla coltre di fumo e fiamme lo scheletro del locale. Dopo aver raccolto le testimonianze dei presenti e aver parlato con i titolari, che non ritengono di avere nemici e di essere destinatari di un avvertimento, gli investigatori hanno comunque individuato qualche elemento che li porta pensare al gesto scellerato di qualcuno e non di un incidente. A far propendere per questa ipotesi è il fatto che il locale fosse chiuso: la sua attività di solito va avanti solo fino a ottobre. Ma i danni che la struttura aveva subìto qualche settimana fa dalle mareggiate e dal maltempo abbattutosi su Alghero induce alla massima prudenza.

Per fare chiarezza bisognerà attendere gli esiti del rapporto stilato dai vigili del fuoco. Al vaglio degli inquirenti ci sono anche le immagini a circuito chiuso del sistema di videosorveglianza di una struttura ricettiva che si trova vicino al luogo in cui è avvenuto il rogo.
 

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