La Nuova Sardegna

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Alghero, cartelle esattoriali: l’assessore Tanchis si dimette

di Gian Mario Sias
Alghero, cartelle esattoriali: l’assessore Tanchis si dimette

Il responsabile delle Finanze lascia dopo un teso confronto in giunta. Il Comune annulla gli avvisi di pagamento dopo la valanga di proteste

08 dicembre 2018
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ALGHERO. Ora i conti non tornano da nessun punto di vista. Negato, tenuto sottotraccia, gestito diplomaticamente, il caos “cartelle pazze” è esploso e ha mandato in tilt la maggioranza. Non sarà neanche questo il “casus” in grado di far cadere il sindaco Mario Bruno, ma le dimissioni dell’assessore Gavino Tanchis al termine di un tesissimo braccio di ferro sulla vertenza della riscossione coattiva delle imposte locali è un colpo durissimo. Tanto più a pochi mesi dalle elezioni amministrative e pochissimi da quelle regionali. Ieri pomeriggio l’assessore delle Finanze ha gettato la spugna. Ha negato un legame tra la sua decisione e l’esito della riunione finita poco prima. In conclave dal mattino con i vertici di Step, la società di Sorso vincitrice del bando per l’esternalizzazione del servizio, il sindaco Mario Bruno, i tecnici comunali e le associazioni di categoria, sul piede di guerra dopo che molte attività si sono viste recapitare cartelle da capogiro per accertamenti effettuati sulle metrature assoggettabili a tassazione. L’ex assessore ha assistito all’intesa che prevede un passo indietro clamoroso: verifica dei circa 400 avvisi emessi per il 2013 e annullamento di tutti quelli per gli anni successivi. Poi ha lasciato la giunta. La giornata di ieri, campale, chiude una settimana di summit, manifestazioni di cittadini, operatori economici e opposizioni e conferenze stampa in cui il centrodestra ribadisce il suo no all’esternalizzazione delle riscossioni, con graduale dismissione della Secal. Michele Pais della Lega in 48 ore ha proposto prima un referendum contro la Step e poi la risoluzione del contratto di affidamento del servizio. Ma tutti, da Nunzio Camerada, Maurizio Pirisi, Marco Tedde e Forza Italia in blocco ad altri esponenti istituzionali del centrodestra, in primis Emiliano Piras, Maria Grazia Salaris e Monica Pulina, si sono fatti sentire. E alla fine è esploso anche Pietro Sartore, capogruppo della lista che ha portato in trionfo Mario Bruno a Porta Terra. Misurato, prudente, leale, ragionevole e pacato, ieri ha mantenuto la calma ma il suo ultimatum ha smascherato il livello di tensione in maggioranza. «Visto l’enorme numero di errori e le “interpretazioni” dei regolamenti in senso vessatorio nei confronti dei cittadini fatte dalla Step, non si può che richiedere l’immediato annullamento in autotutela di tutti gli atti già emessi», ha chiesto da facebook. Accontentato. «La mia scelta non c’entra con questa vicenda», ha cercato di spiegare Gavino Tanchis. «Non ci sono più le condizioni perché io resti», ha affermato. Tanchis è segretario cittadino del Pds e punta alle regionali. «Convocherò il direttivo, decideremo se stare in maggioranza o passare all’opposizione», avverte. Di recente la consigliera Marina Millanta è passata al Gruppo misto di maggioranza: in consiglio comunale gli è rimasta solo Elisabetta Boglioli. «Le dimissioni di Tanchis? Ne ho preso atto», è il lapidario commento di Mario Bruno. «Lo ringrazio per quanto ha fatto», si è sforzato di dire. «Ho dialogato con le due consigliere espressione del partito dei sardi – ha poi aggiunto – mi hanno garantito fiducia». Per Bruno «fare l’assessore del Bilancio, del Demanio e dei Tributi non è facile, soprattutto in un momento di svolta come questo». Avanti un altro.

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