La Nuova Sardegna

Alghero

Conoci: un braccio teso alla Catalunya in rivolta

di Gian Mario Sias
Conoci: un braccio teso alla Catalunya in rivolta

La città si schiera contro le condanne: «La libertà di espressione non si arresta» La Corte suprema ha incriminato i leader del referendum per l’indipendenza

17 ottobre 2019
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ALGHERO. «La richiesta di un popolo di partecipare, esprimersi ed essere protagonista del suo futuro non si può condannare al carcere». Alghero, per voce del suo sindaco, sta con la Catalunya in rivolta. La Corte suprema spagnola ha reso note le condanne di nove leader politici in seguito al movimento pacifico che condusse nel 2017 alla celebrazione del referendum per l’indipendenza. Alghero, unica città di lingua e cultura catalana in Italia, si sente coinvolta. «La nostra città sostiene il popolo catalano dopo il durissimo colpo inferto dalla sentenza, la pacifica e democratica libertà di espressione di un popolo non si discute», ha scritto Mario Conoci a Gustau Navarro, rappresentante ad Alghero della Delegazione della Generalitat de Catalunya. Il sindaco ha annunciato che «il sostegno di Alghero alle mobilitazioni democratiche e pacifiche in Catalogna sarà più ampio possibile, è impensabile che la richiesta di libertà e autodeterminazione dia adito alle vie giudiziarie anziché essere affrontata dalla politica». Per Conoci «la strada intrapresa inasprisce i conflitti anziché risolverli». Ecco perché «la comunità algherese è al vostro fianco». Quello di Conoci non è l’unico grido a sostegno della protesta catalana, né il primo. A schierarsi immediatamente è stato l’Omnium Cultural de l’Alguer. «Dopo due anni di carcere preventivo, la sentenza riporta la Spagna nel periodo buio della dittatura di Francisco Franco», afferma il presidente Stefano Campus. Tra i condannati c’è anche il leader di Òmnium Cultural, Jordi Cuixart: per lui nove anni di reclusione per sedizione in seguito alla partecipazione alle manifestazioni di piazza. «L’autodeterminazione dei popoli è un principio inalienabile, che coinvolge tutte le popolazioni cui è negata con la repressione la possibilità di decidere del proprio futuro», sostiene Campus, chiedendo che «il sindaco di Alghero, il presidente del consiglio regionale, il presidente della Regione, le istituzioni e le organizzazioni democratiche condannino apertamente il governo spagnolo». Stanno con la Catalunya in lotta anche le varie associazioni rappresentate dalla Consulta cívica per les polítiques lingüístiques del Català de l’Alguer. «È un attacco alla democrazia e a chi ha difeso il diritto all’autodeterminazione con manifestazioni pacifiche e un referendum», è la posizione unanime. «L’Europa non può stare in silenzio», conclude la Consulta auspicando che «anche altre associazioni algheresi stiano vicino al popolo catalano in questo momento difficile». Contro le condanne e a favore dell’autodeterminazione si schiera anche la sezione cittadina dell’Anpi. «In questo momento così difficile per i catalani – afferma il presidente Antonio Budruni – siamo al fianco della loro lotta e ci muoveremo per favorire una soluzione della questione catalana».

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