La Nuova Sardegna

Cagliari

Arbus, coltelli e droga tra i detenuti di Is Arenas

Luciano Onnis
Arbus, coltelli e droga tra i detenuti di Is Arenas

Nei giorni scorsi è scattata da parte degli agenti una improvvisa perquisizione delle celle e di luoghi sospetti  con il risultato che sono saltati fuori tre telefonini, stupefacenti, coltelli e uno smartwatch

04 giugno 2015
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ARBUS. Fra i detenuti della casa di reclusione di Is Arenas circola un po’ di tutto, tutta roba che entra facilmente nel carcere colonia penale proprio per questa sua caratteristica di penitenziario in cui buona parte dei reclusi gode di un regime di semi libertà vigilata andando a lavorare dalla mattina al tramonto nei terreni interni in cui si pratica l’agricoltura e l’allevamento.

Gli agenti della polizia penitenziaria fanno quanto è nelle loro possibilità per vigilare, ma sono in numero insufficiente e con turni massacranti. Pertanto molto sfugge e da fuori entra droga, armi da taglio e telefonini cellulari che i detenuti poi si passano l’un l’altro, facendo pagare salatamente le telefonate a chi ha necessità (e desiderio) di comunicare con l’esterno. I giorni scorsi è scattata da parte degli agenti una improvvisa perquisizione delle celle e di luoghi sospetti, con il risultato che sono saltati fuori tre telefonini, fra un sofisticato orologio-smartphone, carica batteria, un coltello a serramanico con lama di 13 centimetri, una discreta quantità di sostanze stupefacenti.

“Sono gli effetti della detenzione a vigilanza dinamica – spiega Sandro Atzeni, del coordinamento regionale della Fp-Cgil Polizia pentitenziaria in servizio nella casa di reclusione di Is Arenas -, dove la sicurezza non esiste più. Basterebbe invece pensare ad alcune soluzioni rapide, come schermare l'istituto penitenziario da qualsiasi mezzo di comunicazione non consentito e dotare il personale di appositi rilevatori”.

Il Coordinamento regione Sardegna della Fp-Cgil Polizia penitenziaria sottolinea in un comunicato “l'impegno degli agenti in servizio nell'istituto di Is Arenas-Arbus, che, nonostante lavorino spesso sotto organico, rispettano quotidianamente il dovere istituzionale e per questo dovrebbero perlomeno ricevere un riconoscimento economico previsto dal Dpr 82/99”.

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