La Nuova Sardegna

Cagliari

Carloforte, appello alla Regione: per la sicurezza serve l'elicottero

Simone Repetto
Carloforte, appello alla Regione: per la sicurezza serve l'elicottero

In caso di incidenti i soccorsi spesso tardano, serve una seconda base di elisoccorso a Elmas

13 luglio 2015
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CARLOFORTE. Dopo l'ultimo, fatale indicente avvenuto nell'isola, dove hanno perso la vita due motociclisti in uno scontro frontale, al netto delle responsabilità personali, resta un problema di fondo: la sicurezza. E quando si affronta questo tema, a parte lo stato delle strade e del manto stradale, della segnaletica e dei controlli, in un'isola minore come San Pietro diventano fondamentale prontezza, adeguatezza e celerità nell'intervento di soccorso. Ed il mezzo in grado di fornire maggiori garanzie è quello aereo. A patto che si arrivi in 20 minuti (come indica la normativa regionale) circa sul luogo dell'incidente, circostanza oggi impossibile, con l'unica base regionale dell'elisoccorso operativa a Fertilia, nel nord Sardegna.

L'annosa questione è stata portata all'attenzione del presidente Francesco Pigliaru e dell'assessore alla sanità Alberto Arru da un'interrogazione del gruppo consigliare di Forza Italia (primo firmatario Edoardo Tocco), “sulla necessità che l'amministrazione regionale si prodighi con la massima celerità per l'attivazione di una seconda base per l'elisoccorso regionale, stanziando le risorse necessarie almeno per il periodo estivo già iniziato, considerando le evidenti carenze patite oggi dal fondamentale servizio sanitario dovute all'unica base regionale operante a Fertilia”.

Se dovesse infatti scattare un codice rosso a Carloforte, l'elicottero oggi impiegherebbe ben più dei venti minuti auspicati, sempre che non sia già impegnato in altre missioni. In sostanza, i firmatari chiedono che la Regione riapra subito una seconda base dell'elisoccorso nel sud Sardegna, ad esempio ad Elmas, com'era in passato, proprio per ridurre i tempi di intervento. In fatto di sanità, Carloforte avrebbe bisogno anche di un mezzo veloce nautico dedicato, tipo idroambulanza, che consentirebbe di trasportare un paziente nel canale di san Pietro in meno di dieci minuti.

Dopo l'esperimento fallito del prototipo (gommone cabinato) allestito dalla Protezione Civile, qualche tempo fa la richiesta era stata rilanciata sul web da una petizione, che non ha raccolto il consenso atteso dagli organismi istituzionali preposti. Come sempre accade, ci si accorge pienamente delle gravi carenze, dell'ordine di priorità sugli interventi e dei disservizi annessi all'insularità solo a fatto (tragico) compiuto.

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