Gergei, campo di 400 piante di marijuana: arrestati padre e figlio
Operazione antidroga dei carabinieri. La coltivazione, nascosta da teli di nylon, aveva un valore potenziale di 100mila euro. Le piantine sono state sradicate, presto verranno distrutte
GERGEI. Quattrocentodue piantine nane di marijuana sono state rinvenute nelle campagne di Gergei, in località Is Guttureddus, dai carabinieri del nucleo radiomobile ed operativo della compagnia di Isili, guidati dal maresciallo Alessandro Ghio, nel corso di un servizio di controllo del territorio a fini preventivi disposto dal capitano Paolo Bonetti.
Gli affittuari del terreno, due agricoltori del paese del Sarcidano, Mariano Marras e il figlio Evangelino, entrambi con precedenti penali, sorpresi dai militari all’interno della piantagione, sono stati arrestati con l’accusa di coltivazione a fini di spaccio di sostanze stupefacenti.
[[atex:gelocal:la-nuova-sardegna:cagliari:cronaca:1.11792178:gele.Finegil.Image2014v1:https://www.lanuovasardegna.it/image/contentid/policy:1.11792178:1653376275/image/image.jpg?f=detail_558&h=720&w=1280&$p$f$h$w=d5eb06a]]
Nel terreno, ben recintato e dotato di diversi teli frangivento per evitare la visuale dall’esterno, si poteva accedere solo attraverso un cancello chiuso a chiave con catenaccio e lucchetto. I due coltivatori gergeesi sicuramente hanno deciso di impiantare delle piante nane di cannabis indica perché le loro dimensioni assai ridotte consentono di non essere viste dall’altro e non hanno bisogno di recinzioni particolarmente alte per essere coperte.
Le 402 piantine erano irrigate da un sistema artigianale a goccia. «La cosa che più ci ha stupito - ha detto il capitano Paolo Bonetti, comandante della compagnia di Isili - è stata la serie di teli di nylon che faceva apparire la piantagione come una vera e propria tendopoli, simile ad un campo scuola di boyscout».
I militari hanno sradicato le piantine che sono state poste sotto sequestro e portate nella compagnia di Isili in attesa di essere distrutte. Mariano Marras e il figlio Evangelino al termine delle formalità di rito, così come disposto dal magistrato di turno, il pm Guido Pani, sono stati tradotti nella casa circondariale di Uta.
Secondo attendibili stime il valore della sostanza stupefacente sequestrata giunta a maturazione sarebbe stato di 100 mila euro.