La Nuova Sardegna

Cagliari

Sant'Antioco, il 26enne scafista arrestato esperto conoscitore del Sulcis

Gianfranco Nurra
Il barchino dei migranti giunti dall'Africa fino a Porto sa Triga
Il barchino dei migranti giunti dall'Africa fino a Porto sa Triga

La storia del sedicente Saber Lichkie che i carabinieri hanno rintracciato sulla base dei racconti dei migranti portati su un barchino dall'Africa fino a Porto sa Triga

05 novembre 2015
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CARBONIA. Era arrivato nel Sulcis a colpo sicuro, lo scafista che ieri ha traghettato dieci extracomunitari dalla Tunisia fino a Porto sa Triga, nei pressi di Cala Sapone, a Sant’Antioco. L’uomo, di 26 anni, che ha dichiarato di chiamarsi Saber Lichkie, e che è stato arrestato dopo gli accertamenti effettuati dai carabinieri, conosceva bene la zona, visto che nel 2010, anno in cui aveva collezionato una denuncia per danneggiamento, risultava domiciliato a Carbonia. La storia è a tutti gli effetti intrigante.

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Non è infatti la prima volta che Saber Lichtie varca il mare. I suoi viaggi, ma da semplice clandestino, iniziano intorno al 2009. Sempre bloccato dalle forze dell'ordine, ha sempre dato generalità diverse, chiamandosi una volta Laike Saiber, un’altra Leclerc. L’unico dato sempre identico è stata la sua data di nascita. Stavolta, a quanto pare, non aveva perso tempo cercando di sembrare quello che non era. E quindi ha tentato subito di far perdere le sue tracce, proprio appena dopo l’approdo sulla scogliera di Sant’Antioco. Mentre gli altri nove clandestini infatti sono stati ritrovati immediatamente, dopo l’allarme dato da un pastore, Saber Lichkie si era nascosto, in attesa di “scomparire”. Ma è stato rintracciato, anche dopo i racconti degli altri migranti.

I carabinieri della Compagnia di Carbonia, coordinati dal maggiore Giuseppe Licari avevano trovato alquanto strano l’arrivo del gruppo. Era infatti la prima volta che si registrava un approdo di persone provenienti tutti dall’africa sub sahariana e di nazionalità così variegata. Due beniniani, un nigeriano, due del Mali, due del Ghana, due tunisini.

Così i carabinieri hanno approfondito le indagini, anche per merito di un maresciallo, conoscitore della lingua francese, e che aveva potuto interrogare i due extracomunitari del Mali, di madrelingua francese. Così, si è scoperto di un viaggio gestito quasi in autonomia a differenza degli altri che sono ormai una normalità dal continente africano, con partenza dalla Tunisia e arrivo nel Sulcis, di cui lo scafista era buon conoscitore.

Identificato, lo scafista è stato arrestato e trasferito nella struttura carceraria di Uta. La barca, che era rimasta incagliata tra gli scogli, è stata liberata dagli uomini della capitaneria di porto e trasferita al porto di Calasetta.

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