La Nuova Sardegna

Cagliari

Viaggio in Piemonte alla ricerca delle radici di Carloforte

Viaggio in Piemonte alla ricerca delle radici di Carloforte

Un gruppo isolano si è recato a Torino, alla basilica di Superga, per visitare la tomba del Re Carlo Emanuele III, a cui si deve la colonizzazione dell'isola di San Pietro e la fondazione di Carloforte

04 dicembre 2015
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CARLOFORTE. Visita storica di una delegazione carlofortina tra Liguria e Piemonte, viaggiando lungo le rotte delle proprie radici. Per rendere omaggio alla memoria del re sabaudo Carlo Emanuele III, accompagnata da un discendente della nobile famiglia ligure dei Lomellini. Organizzato dalla Pro Loco carlofortina, il consueto viaggio in terra ligure di fine novembre presso la gemellata comunità genovese di Pegli in onore alla Madonna dello Schiavo, quest'anno ha assunto connotati del tutto particolari. Il gruppo isolano, tra cui il decano parroco Daniele Agus, si è recato a Torino, alla basilica di Superga, per visitare la tomba del Re Carlo Emanuele III, a cui si deve la colonizzazione dell'isola di San Pietro e la fondazione di Carloforte.

I fatti storici, riportano alla prima metà del 1700, quando un nucleo di liguri residenti nell'isola di Tabarka, capitanati da Agostino Tagliafico, chiesero ed ottennero dal re sabaudo l'autorizzazione a sbarcare nell'isola di San Pietro, considerate le difficoltà che la colonia ligure incontrava nella ristretta terra tunisina. Fu così che nel 1738 nacque Carloforte, nome inneggiante al re (detto, appunto, Carlo il Forte). I vertici delle Pro Loco di Carloforte e Pegli, al termine di una celebrazione privata, hanno deposto una corona in memoria ai piedi del sepolcro.

Con loro c'era anche il marchese Enrico Ottonello Lomellini di Tabarka, ultimo discendente della storica famiglia pegliese di commercianti che, nella prima metà del 1500, dall'avamporto genovese fece rotta verso l'isola tunisina, per sviluppare nuove e proficue attività economiche in un luogo dove abbondava il corallo. L'evento, è stato preceduto dalla presentazione a Pegli della trilogia di volumi tabarchini di Pier Guido Quartero. (simone repetto)

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