La Nuova Sardegna

Cagliari

Cagliari, progetto contro il diabete tipo 2: medici di base in rivolta

Alessandra Sallemi
La presentazione del progetto nell'aula magna dell'Asl 8 (foto Mario Rosas)
La presentazione del progetto nell'aula magna dell'Asl 8 (foto Mario Rosas)

La Federazione italiana dei medici di medicina generale: il piano che si vuole promuovere in nove comuni dell'area vasta è già stato avviato in via sperimentale in altre località dell'isola ma è risultato un fallimento

22 gennaio 2016
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CAGLIARI. Si chiama “prevenzione del diabete di tipo 2 e delle malattie cardiovascolari nella popolazione ad alto rischio attraverso la correzione dei fattori di rischio”, è un progetto che rientra in uno dieci macrobiettivi del mastodontico piano regionale della prevenzione, si sostanzia in un questionario che deve essere distribuito fra la popolazione sopra i 35 anni: dopo Sarrabus, Sarcidano, Barbagia di Seulo ora tocca a Cagliari e ad altri 8 comuni dell’area vasta.

Venerdì 22 gennaio 2016 è stato presentato ai sindaci, ai medici di base e ai farmacisti. Nell’aula magna della direzione generale della Asl 8 in via Piero della Francesca c’erano molte persone, ma pochissime sorridevano. Il questionario infatti ha l’alto obbiettivo di riuscire a trovare uomini e donne sopra i 35 anni che rischiano di ammalarsi di diabete di tipo 2, il problema è che la Asl ha individuato nei medici di base i collaboratori principali di questa operazione, ma loro, i medici di base, contestano il questionario e le modalità di somministrazione.

Portavoce della protesta è Guido Sanna, componente del direttivo nazionale della Fimmg (Federazione medici di medicina generale) delegato a intervenire a nome della Fimmg sarda dal referente regionale Giovannu Barroccu: «Questo progetto è già stato avviato in via sperimentale in altre realtà dell’isola e ha dato risultati fallimentari io – continua Sanna – facevo parte della commissione di valutazione e lo segnalammo. Non tutte le domande sono di facile comprensione, il paziente non lo può compilare da solo e per noi, nell’attuale gestione degli studi, è impossibile aiutarlo. La domanda che facciamo ufficialmente è: quanto costa alla comunità questo progetto?».

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Ad aumentare le perplessità sulle modalità dell’operazione anche un’altra circostanza: l’accettazione delle visite diabetologiche è minata dalla lunghezza delle liste d’attesa. Luciano Carboni, responsabile scientifico del progetto, non ha nascosto la situazione: nel centro di diabetologia della Asl 8, al Santissima Trinità (di cui lui è il direttore), i tempi di attesa per una prima visita sono lunghi, a chi la chiede oggi viene fissata nel 2017.

Concludendo: se anche il questionario riuscisse a svelare realmente l'intero numero di persone che nell'area vasta di Cagliari rischia di ammalarsi di diabete 2, cosa è in grado di fare il servizio sanitario pubblico? Poco, a quanto pare

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