La Nuova Sardegna

Cagliari

Carloforte, rifiuti: referendum per una nuova società municipalizzata

Simone Repetto
Carloforte, rifiuti: referendum per una nuova società municipalizzata

Il Comune chiede direttamente ai cittadini se siano favorevoli o meno alla costituzione di una ditta comunale che gestisca la nettezza urbana

23 aprile 2016
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CARLOFORTE. Votazione inedita per Carloforte che, a distanza di una settimana, ritorna alle urne domenica 24 aprile 2016 per un referendum. Si tratta tuttavia di una consultazione locale, voluta dall'amministrazione del sindaco Marco Simeone per chiedere agli elettori isolani di esprimersi sull'istituzione di una nuova società municipalizzata comunale per l'esercizio di servizi pubblici

I seggi, nei siti scolastici consueti, saranno aperte dalle 8.30 alle 20, mentre, in base all'apposito regolamento approvato dal consiglio, il referendum è valido se si supera il quorum del 50 per cento, ovvero oltre 2650 persone. La scorsa domenica, per quello sulle trivellazioni marine, si sono recati alle urne 974 cittadini, poco più del 18 per cento degli iscritti.

Ritorna dunque alla ribalta la nascita di una Municipalizzata a Carloforte che, secondo quanto dichiarato dal sindaco in consiglio comunale (anche se il quesito parla di "Servizi pubblici"), si occuperà solo di nettezza urbana. L'appalto attuale, affidato alla Derichebourg San Germano, scade il prossimo anno (2017), in cui ci saranno anche le elezioni comunali.

Simeone ritiene essenziale affidare il servizio alla futura società pubblica (come già fece, in via diretta, un decennio fa) perché "si andrebbe a risparmiare l'utile di impresa, pari ad un 30 per cento, che rimarrebbe nelle disponibilità comunali per migliorare il servizio", da molti considerato non soddisfacente (la raccolta differenziata generale, è poco sopra il 50 per cento).

L'opposizione reputa invece inutile sia la consultazione che l'istituzione di una nuova società comunale in house, in quanto ritiene che il servizio possa essere migliorato con una società privata, come accade in altre realtà (a Sant'Antioco, dove opera la stessa impresa, la differenziata ha raggiunto il 75 per cento), magari rivedendo il capitolato. Sullo sfondo, aleggia certamente il fantasma della vecchia Municipalizzata srl, fallita e portatrice di molti guai a diversi amministratori, con processi ancora in corso. Venne creata nel 2003 dalla prima giunta Simeone come spa, tra il Comune (socio di maggioranza) e l'Insar. Nel 2005, venne trasformata in srl per evitarne la chiusura, a seguito di oltre 300 mila euro di passivo (su cui ebbe un ruolo chiave la gestione del Girotonno) ed una necessaria ricapitalizzazione, da parte del Comune (divenuto socio unico).

Le difficoltà di cassa e la scarsa liquidità per far fronte ai creditori, spinsero il Comune a chiedere una revisione contabile, dalla quale emersero scorrette imputazioni, sovrastima del patrimonio e risultati d'esercizio negativi, elementi che portarono al fallimento del 2010. Il tribunale, accertò uno stato di insolvenza consolidato, con una situazione debitoria di oltre 2 milioni di euro.

A seguito dei procedimenti giuridici aperti in sede penale (bancarotta) e civile, dieci ex amministratori sono stati condannati a rifondere l'ingente debito (tra cui l'ex presidente della Regione Cappellacci) e per due di loro (Simonetti e Rivano) è arrivata anche una condanna penale a 2 anni e 10 mesi di reclusione (sentenza appellata).

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