La Nuova Sardegna

Cagliari

Cagliari, la "collezione" di un impresario: un'arma rubata, detonatori, munizioni e una divisa da carabiniere

La conferenza stampa del primo dirigente della squadra mobile Alfredo Fabbrocini (foto Mario Rosas)
La conferenza stampa del primo dirigente della squadra mobile Alfredo Fabbrocini (foto Mario Rosas)

L'uomo è incensurato, il fratello, Giuseppe Loddi, fu ucciso nel 2001 da un'autobomba all'uscita della caserma dei carabinieri di Assemini dove doveva recarsi tutti i giorni per firmare

20 maggio 2016
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CAGLIARI. Incensurato e piccolo imprenditore edile nell'appartamento di fronte alla sua abitazione (in via Talete) teneva una pistola calibro 9 risultata rubata negli anni Novanta, due giocattoli con segni di modifiche, la pistola regolarmente denunciata, detonatori, munizioni da guerra, un passamontagna, radioricetrasmittenti e una divisa da carabiniere completa. Agli agenti della squadra mobile di Cagliari diretta da Alfredo Fabbrocini non ha dato spiegazioni, è finito in carcere con l'accusa di detenzione di arma comune da sparo, ricettazione e detenzione di munizioni da guerra.

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L'uomo è Tore Loddi, 47 anni, fratello minore di Giuseppe Loddi, un pregiudicato che il 21 dicembre 2001, uscito dalla caserma dei carabinieri di Assemini dove doveva firmare tutti i giorni, fu ucciso dall'esplosione di un'autobomba. Le indagini che seguirono non sono mai arrivate a chiarire chi e perché avesse pianificato l'assassinio di Loddi.

Durante una conferenza stampa tenuta assieme al responsabile della seconda sezione della Mobile, Massimo Imbimbo, Fabbrocini ha spiegato che le indagini sono in corso ed è prematuro fare ipotesi sulle ragioni per le quali Tore Loddi conservasse questo materiale in un appartamento da tempo in ristrutturazione, dove erano depositati molti altri oggetti anche di uso domestico. (a.s.)

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