La Nuova Sardegna

Cagliari

Insar, la Guardia di finanza indaga sulle consulenze

Alessandra Sallemi
La sede di Cagliari dell'Insar
La sede di Cagliari dell'Insar

E per fornire la documentazione chiesta dalle Fiamme Gialle l'amministratore delegato nomina un altro consulente

05 agosto 2017
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CAGLIARI. La Guardia di finanza chiede all’Insar i documenti su consulenze, incarichi e collaborazioni affidate a professionisti esterni negli ultimi due anni e l’amministratore delegato della società pubblica, che conta 21 dipendenti, tempo dieci giorni nomina ancora una volta un consulente perché offra «supporto in merito alla richiesta di documentazione cartacea e digitale da parte del nucleo di polizia tributaria di Cagliari». Sarebbe la goccia che fa traboccare il vaso della pazienza istituzionale, se non fosse che il vaso è già traboccato il 26 giugno quando, come ormai è noto, si è tenuta un’assemblea dei soci alle 8 del mattino senza che ci fossero tutti i componenti, ma solo l’amministratore delegato con un rappresentante della Regione, i quali avrebbero proceduto all’approvazione del bilancio.

Dopo anni di silenzio e di difesa dell’operato dell’Insar, inutilmente messo in discussione da consiglieri regionali e da parlamentari, ecco che il fronte si rompe e lo stesso presidente di Insar, l’avvocato Giuseppe Grillo, ammette che «con l’amministratore delegato Antonello Melis ci sono stati in questi anni scontri, ed è tutto verbalizzato. Il metodo del ricorso ai rapporti esterni era corretto, come era corretto che Insar fosse una struttura snella, ma sulle ripetitività degli incarichi o sulle selezioni dei progetti posso dire soltanto che, dopo la rielezione del consiglio di amministrazione tre anni fa, nelle commissioni per i bandi più importanti erano presenti dirigenti della Regione».

Francesco Agus, consigliere regionale di Campo progressista, nel denunciare la nuova consulenza voluta dall’amministratore delegato Melis, commenta: «Gli organi alla guida di Insar sono scaduti da tempo e operano in regime di prorogatio. Negli ultimi tre anni più volte ho chiesto la loro sostituzione perché è assurdo che dopo la vittoria elettorale del centrosinistra il controllo di importantissime politiche sia rimasto saldamente nelle mani degli uomini nominati dalla giunta Cappellacci senza alcun vincolo programmatico con la maggioranza consiliare. E questo quando, in altri casi - sottolinea Agus -, la giunta è stata zelante a intervenire nel commissariamento e nella sostituzione di amministratori e dirigenti, anche a prezzo di salatissime penali». Fin qui il problema politico.

Ma il blitz del 29 giugno scorso della Guardia di finanza negli uffici dell’Insar a Cagliari svela che c’è anche un interesse non generico della Corte dei conti. I finanzieri hanno chiesto i documenti su due incarichi conferiti nell’agosto e nel novembre 2016 per un «progetto di revisione di normative in tema di formazione e di cooperazione», incarico in effetti curioso visto che lo studio di leggi di settore non figura nella missione di Insar. Poi c’è il Parco Geomineario e i quattro esperti ricercati per il piano di politiche attive del lavoro. Il terzo incarico che la Corte dei conti vuole indagare riguarda l’assistenza tecnica per il piano di politiche attive per i lavoratori Alcoa ed ex Ila, questione conosciuta dalla Regione visto che nella commissione c'erano anche dirigenti regionali.

Ancora: nel giugno 2015 sono state affidate a uno stesso professionista due consulenze legali per le quali sfugge la differenza essendo una definita “assistenza giuridica” e l’altra “parere professionale”.

Alla Corte dei conti interessa infine tutto il lungo elenco degli incarichi per il progetto Ico e il progetto costola Ico edili, i progetti che dovevano promuovere il lavoro delle piccole e medie imprese sarde e invece, è stato spiegato in varie interrogazioni consiliari e parlamentari, nell’elenco delle aziende finanziate si ritrovano anche multinazionali.

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