La Nuova Sardegna

Cagliari

La fabbrica delle bombe, gli operai: "No alla riconversione"

Tamara Peddis
La fabbrica delle bombe, gli operai: "No alla riconversione"

Da Domusnovas una lettera dei 270 dipendenti contro l'ordine del giorno del consiglio comunale di Iglesias e altre proposte dei comitati pacifisti

05 agosto 2017
3 MINUTI DI LETTURA





DOMUSNOVAS. «Nessuno di noi è interessato alla riconversione della fabbrica. E non accetteremo più di essere strumentalizzati». I lavoratori della Rwm di Domusnovas, la fabbrica che produce componenti per bombe, alzano la voce. Lo fanno con una lunga lettera aperta, nella quale esprimono una netta posizione sulla vicenda.

Dopo anni di manifestazioni di protesta da parte di associazioni pacifiste e antimilitariste, dopo mesi di appelli per chiedere che dalla produzione di bombe vendute all'aviazione saudita impegnata nel conflitto nello Yemen, si passi ad un altro tipo di produzione orientata verso uno sviluppo pacifico e sostenibile, i 270 lavoratori dello stabilimento di Domusnovas insieme ai 104 della fabbrica di Ghedi (Brescia), di proprietà Rwm Italia, intervengono per dire no alla riconversione.

«Non intendiamo assistere in silenzio - scrivono - alla proposta avanzata da più parti relativa a una riconversione del nostro stabilimento, assolutamente fantomatica, per questo del tutto inconsistente e nient'altro che ingannevole tentativo di far credere che qualcuno abbia sinceramente a cuore noi e le nostre famiglie. Fuori da ipocrisie, la situazione reale è un'altra: è quella di tanti fra noi che provengono dalle varie realtà industriali del Sulcis Iglesiente, del Cagliaritano e del Medio Campidano, in crisi o già chiuse, e che per anni hanno inutilmente sperato in un vero significato della parola "riconversione", purtroppo sinora solo abusata. Oggi, senza la possibilità di lavorare in questa azienda, molti di questi colleghi si troverebbero disoccupati».

I lavoratori si riferiscono in particolare all'ordine del giorno, presentato da Emilio Gariazzo, sindaco di Iglesias (Comune in cui ricade una parte dell'area dello stabilimento) su richiesta del neo comitato "Riconversione Rwm", e votato all'unanimità dal consiglio comunale il 19 luglio 2017. Nel documento emerge l'impegno dell'amministrazione nel richiedere allo Stato e alla Regione un'azione concreta affinché vengano poste in essere «tutte le azioni atte a creare le necessarie condizioni alla possibile riconversione».Con una attenzione massima nei confronti dei dipendenti della fabbrica: i firmatari dell'ordine del giorno si augurano infatti che i livelli occupazionali vengano implementati.

La presa di posizione non è stata apprezzata dai lavoratori Rwm: «Non tolleriamo che un autocostituitosi comitato, una giunta o un consiglio comunale, personaggi politici o chi altro ci strumentalizzino a soli fini di loro propaganda personale o elettorale o per sedicenti motivazioni pacifistiche. Non consentiremo più di essere usati e danneggiati da soggetti che, mettono a rischio una realtà produttiva che consideriamo anche nostra».

Nell'ordine del giorno si chiede anche allo Stato di effettuare le verifiche della normativa nazionale sulla commercializzazione degli ordigni fabbricati nel territorio italiano. Nelle scorse settimane Cinzia Guaita, una rappresentante iglesiente del movimento dei Focolarini, una delle associazioni del comitato, ha incontrato la presidente della Camera, Laura Boldrini, per chiedere ai parlamentari di bloccare le esportazioni di armi nei Paesi coinvolti in guerra nello Yemen. La discussione a Montecitorio è rimandata a settembre.

Incarichi vacanti

Sanità nel baratro: nell’isola mancano 544 medici di famiglia

di Claudio Zoccheddu
Le nostre iniziative