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Cagliari

Stella ai neutroni, gli atenei di Cagliari e Palermo scoprono i suoi segreti

Stella ai neutroni, gli atenei di Cagliari e Palermo scoprono i suoi segreti

Per la prima volta è stata osservata una radio pulsar, corpo celeste che ruota velocemente e ha caratteristiche inaspettate

28 ottobre 2017
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UNA pulsar al millisecondo, una stella di neutroni in rapidissima rotazione, che emette impulsi periodici, come un potentissimo faro cosmico, non solo nella banda dei raggi X ma anche nella luce visibile. È stata osservata per la prima volta anche grazie al supporto degli astrofisici dell'Università di Cagliari. Mai prima d'ora era stato registrato un simile comportamento in un oggetto celeste di questa categoria: Psr J1023+0038, questo il nome della pulsar, emette 590 impulsi di luce visibile ogni secondo. Lo spiega Sergio Nuvoli dell'università di Cagliari sul sito dell'ateneo dove si riporta anche una rassegna stampa nazionale con la notizia della scoperta.

La scoperta è stata pubblicata sulla prestigiosa rivista Nature Astronomy. La firma sull'importante novità è di un gruppo di ricercatori in cui l'Università di Cagliari compare accanto all'Inaf-Osservatorio Astronomico di Roma e all'Università di Palermo. Coinvolti Alessandro Papitto, primo co-firmatario dell'articolo (ora all'Inaf, ma postdocente dell'Ateneo cagliaritano), Luciano Burderi, docente di Astrofisica dell'Università del capoluogo sardo, e Tiziana Di Salvo (Università di Palermo), con cui il team di astrofisici guidato da Burderi collabora da anni. "Finora si pensava che queste stelle di neutroni emettessero luce pulsata esclusivamente nella banda radio e nella finestra raggi-X - raggi-Gamma - spiega il professor Burderi - Pertanto la scoperta fatta è davvero importante ed apre prospettive inattese per lo studio di questi affascinanti oggetti".

Le radio pulsar sono stelle di neutroni che si comportano come veri e propri fari cosmici. Quando la stella ruota abbastanza velocemente, i suoi intensissimi campi magnetici riescono ad accelerare particelle ad energie ben superiori a quelle raggiungibili per esempio dal Large Hadron Collider del Cern di Ginevra, il più potente acceleratore di particelle mai costruito dall'uomo. Gli scenari aperti da questa scoperta, insomma, contengono nuovi possibili sviluppi di attività di ricerca avviate negli ultimi decenni.

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