La Nuova Sardegna

Cagliari

"Pensioni, i conti non tornano": manifestanti in corteo contro il governo

La manifestazione Cgil a Cagliari (foto Mario Rosas)
La manifestazione Cgil a Cagliari (foto Mario Rosas)

Cagliari una delle città della manifestazione nazionale promossa dalla Cgil, con la partecipazione del sindacato di polizia Silp

02 dicembre 2017
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CAGLIARI. Anche i poliziotti del Silp in marcia a Cagliari per protestare contro il sistema pensioni nella mobilitazione nazionale organizzata dalla Cgil dopo l'esito del confronto con il Governo sulla previdenza. Con lo slogan 'Pensioni, i conti non tornano!' pensionati e lavoratori hanno manifestato a Roma, Torino, Bari, Palermo e Cagliari.

A Cagliari il corteo si è mosso da viale Regina Elena a piazza Garibaldi. In piazza nella capitale c'è la segretaria generale Susanna Camusso, che chiuderà l'iniziativa in collegamento video con le altre città.

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Tra le rivendicazioni al centro della mobilitazione, «bloccare l'innalzamento illimitato dei requisiti per andare in pensione, garantire un lavoro dignitoso e un futuro previdenziale ai giovani, riconoscere il lavoro di cura». Oltre alle motivazioni sulla previdenza, il sindacato di corso d'Italia chiede anche di «cambiare la legge di bilancio per sostenere lo sviluppo e l'occupazione, estendere gli ammortizzatori sociali, garantire a tutti il diritto alla salute, rinnovare i contratti pubblici»

«I poliziotti oggi sono in piazza con la Cgil a Cagliari e nelle altre città perché un Paese senza lavoro non ha futuro e perché in un Paese che non investe sui giovani rischiano di accentuarsi solo populismi, estremismi, corporativismi e tensioni sociali» Lo afferma Daniele Tissone, segretario generale del Silp Cgil. «Le lavoratrici e i lavoratori in divisa - aggiunge Tissone - manifestano oggi anche per chiedere al governo di riavviare subito la trattativa per il rinnovo del contratto di lavoro, fermo da 9 anni; per avere certezza sulle risorse nella legge di bilancio che devono garantire aumenti dignitosi pure per le indennità accessorie; per ribadire che un poliziotto non può lavorare oltre i 60 anni di età, garantendo efficienza e sicurezza per i cittadini; per chiedere l'avvio di una previdenza complementare che tuteli gli agenti piu giovani, destinati oggi a diventare i poveri di domani; per chiedere soprattutto più investimenti nelle strutture, nei mezzi e negli equipaggiamenti; per avere più assunzioni, più formazione e più diritti, contrastando con forza il tentativo di militarizzazione della sicurezza».

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