La Nuova Sardegna

Cagliari

Tentano di vendere in Romania un impianto inesistente: denunciati due imprenditori sardi

Luciano Onnis
Tentano di vendere in Romania un impianto inesistente: denunciati due imprenditori sardi

La truffa scopeta dalla Guardia di finanza riguarda una società di fornitura e installazione di pannelli fotovoltaici con sede in Bulgaria

23 gennaio 2018
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CAGLIARI. Truffa internazionale scoperta dalla Guardia di Finanza di Cagliari. A perpetrarla sarebbero stati due imprenditori di Cagliari titolari di una società di fornitura ed installazione di impianti fotovoltaici, con sede in Bulgaria. I due imprenditori avrebbero proposto a una società romena l’acquisto di un impianto fotovoltaico del valore finale complessivo di 250mila euro, facendosi consegnare somme di denaro a titolo di acconto per prodotti che in realtà non sarebbero mai stati consegnati.

Le indagini delle Fiamme Gialle, coordinate dalla procura della repubblica di Cagliari a seguito di rogatoria internazionale spiccata dalla autorità giudiziaria romena, hanno fatto emergere uno schema truffaldino ben articolato. Gli imprenditori, dalla sede bulgara della loro azienda, effettuavano la vendita fittizia dell’impianto fotovoltaico richiedendo, a preliminare garanzia, un acconto sulla vendita ed indicando all’acquirente che i macchinari sarebbero stati trasportati e consegnati da una ditta italiana. In realtà l’azienda italiana indicata sui documenti di trasporto era inesistente e la relativa partita iva riconducibile ad un’altra ditta, peraltro cessata.

Inoltre, le targhe dei mezzi di trasporto indicate nei suddetti documenti non erano riconducibili a mezzi commerciali, ma relativi ad utilitarie, fra cui una Smart, intestate ad ignari cittadini italiani. Tale espediente ha permesso quindi di non consentire alcuna rintracciabilità della merce acquistata, unito alla circostanza che i due imprenditori, per sottrarsi alle loro responsabilità, dopo aver incassato gli acconti, hanno fatto rientro in Italia, rendendosi fisicamente irreperibili. I due soci dovranno ora rispondere all’autorità giudiziaria romena di truffa e falso.

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