Bimbo di 11 mesi in carcere con la mamma a Uta
Caso denunciato dall'associazione Socialismo diritti riforme: "Strutture inadeguate ad accogliere i piccoli"
UTA. Da un decina di giorni un bimbo di 11 mesi condivide la cella del carcere di Cagliari-Uta con la giovane mamma nigeriana. «Una situazione inaccettabile e ingiustificabile per le istituzioni - denuncia Maria Grazia Caligaris dell'associazione Socialismo diritti riforme - considerando che le strutture penitenziarie non sono luoghi adeguati ad accogliere bambini, è evidente che si tratta di una carcerazione ingiusta».
«La situazione è ancora più grave - spiega l'ex consigliera regionale - perché il Dipartimento dell'amministrazione penitenziaria dispone in Sardegna di un Icam, l'Istituto a custodia attenuata per madri detenute, allestito a Senorbì, ma non lo ha mai attivato».
La mamma e il piccolo, giunti dalla Penisola, sono assistiti dalle agenti della Polizia penitenziaria con il contributo di medici e infermieri. «Il bimbo tuttavia - rende noto Caligaris - deve essere seguito dal pediatra e quindi condotto in ospedale con la madre e la scorta per le visite di controllo, in un momento in cui il numero degli agenti è ridotto all'osso. L'attenzione e la cura degli operatori non possono far dimenticare - conclude la presidente dell'associazione - le promesse di non vedere mai più bimbi in cella fatte dai diversi ministri che si sono succeduti alla Giustizia. Un bimbo dietro le sbarre documenta l'inadeguatezza del sistema dei diritti».