La Nuova Sardegna

Cagliari

Tensione a Is Arenas: detenuti in rivolta contro l'unico agente in servizio

Luciano Onnis
Tensione a Is Arenas: detenuti in rivolta contro l'unico agente in servizio

Il caso denunciato dalla Fp Cgil: il gruppo aizzava e minacciava anche gli altri reclusi perché non rientrassero nelle celle, l'arrivo dei colleghi di altre sezioni è riuscito a riportare faticosamente una calma "solo apparente"

21 luglio 2018
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ARBUS. Momenti di tensione nella casa di reclusione di Is Arenas per alcuni detenuti di origine nord africana che hanno cominciato a inveire e cercato di aizzare gli altri reclusi contro l’unico agente in servizio in quella sezione. A nulla è valsa l’opera di persuasione adottata dal poliziotto, i detenuti hanno continuato a proferire frasi offensive ed incitare gli altri detenuti a non rientrare il cella in segno di protesta.

Il personale in servizio poi intervenuto dalla altre sezioni ha cercato insistentemente di riportare l’ordine, ma il gruppo dei promotori continuava a minacciare le unità presenti e a lanciare ogni sorta di insulto. Solo grazie all'intervento di altri agenti penitenziari presenti nella struttura, si è riusciti con molta fatica a chiudere le camere di detenzione e riportare l’ordine e la sicurezza all’interno della diramazione centrale

A dare notizia dell’accaduto è il coordinatore regionale FP Cgil Polizia penitenziaria Sandro Atzeni: “Quel che è accaduto è gravissimo – ha detto l’ispettore Atzeni - anche in relazione all'atteggiamento assunto da molti detenuti”. Nella sezione detentiva regolamentata dalla vigilanza dinamica, che permette ai detenuti di girare liberi durante il giorno e che per questo presenta livelli minimi di sicurezza, è ormai alta la tensione, con atteggiamenti palesemente provocatori da parte di buona parte dei detenuti verso i poliziotti.

Il 6 aprile 2018 circa una decina di detenuti tra cui quattro tra i più facinorosi hanno iniziato a sbattere con violenza i blindati delle camere di pernottamento ed a inveire contro il personale di polizia penitenziaria in servizio nella diramazione centrale, minacciando di ritorsioni la restante popolazione se questa non avesse partecipato alla rivolta.

In quella occasione FP Cgil Polizia Penitenziaria aveva preannunciato che in futuro non era escluso che simili criticità si potessero verificare di nuovo. Atzeni ribadisce che “le carceri sono più sicure assumendo gli agenti di polizia penitenziaria che mancano, finanziando gli interventi per potenziare i livelli di sicurezza delle carceri. Altro che vigilanza dinamica, che vorrebbe meno ore i detenuti in cella senza però fare alcunché. Non ci si ostini a vedere le carceri con occhio deformato dalle preconcette impostazioni ideologiche, che vogliono rappresentare una situazione di normalità che non c’è affatto. Da quando sono stati introdotti nelle carceri vigilanza dinamica e il regime penitenziario aperto, sono decuplicati gli eventi critici”.

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